Il campo largo colpisce anche Verona. Valeria Pernice, presidente provinciale di Italia Viva con una lunga carriera politica nella città, si è dimessa in aperta critica verso Matteo Renzi e la sua alleanza con Elly Schlein.
Negli ultimi giorni, sui social, Pernice aveva condiviso interviste e dichiarazioni di Luigi Marattin, ex braccio destro di Renzi ma ora critico nei confronti del leader, e ieri nella sala stampa della Camera dei Deputati hanno annunciato l’uscita da Italia Viva e la nascita di Orizzonti Liberali.

«Comunico le mie dimissioni irrevocabili e immediate da presidente provinciale di Italia Viva Verona. – Aveva spiegato Valeria Pernice – Questa decisione è stata dolorosa, perché lasciare una comunità meravigliosa di cui ho fatto parte per cinque anni non è semplice. Ho lavorato con passione e impegno, dando il mio tempo e le mie risorse, sempre supportata dalla condivisione di tutti. Questa comunità mi ha fatto crescere.

Purtroppo, non condivido né il metodo né il merito della proposta politica di Matteo Renzi. Il metodo, perché decisioni prese in solitudine e comunicate tramite interviste ledono il coinvolgimento democratico, come dimostra la prossima assemblea nazionale alla quale la base non è stata coinvolta.

Ma il mio dissenso è soprattutto nel merito. Non accetto che il bipolarismo sia considerato l’unico scenario possibile. I risultati delle recenti elezioni dimostrano che c’è un elettorato che non si identifica nei due poli principali. Credo che si possa ridurre l’astensionismo aumentando l’offerta politica, non limitandosi ai due schieramenti.

Inoltre, ho dubbi sull’efficacia di Italia Viva all’interno del campo largo, dove si dovrebbero discutere temi cruciali come la politica internazionale, l’ecologia e la spesa pubblica. I rapporti di forza sono fondamentali, non solo l’abilità di Renzi.

Alcuni dicono che anche il centro-destra riesce a presentarsi unito nonostante le differenze. Tuttavia, credo che questo porti a una disaffezione degli elettori: le campagne elettorali in cui ognuno dice tutto ma finiscono in compromessi non sono valorizzate. L’unità non sempre è un valore, specialmente quando si tratta di prendere decisioni.

Per questo motivo, ritenevo cruciale un congresso di Italia Viva subito dopo le elezioni europee. Invece, le decisioni politiche sono state prese tramite interviste e post sui social, incendiando il dibattito interno senza la possibilità di confronto. Mi è stato detto che la strada era già tracciata e che bisognava adeguarsi. Ma per coerenza con la mia storia e rispetto per la comunità, non posso rappresentare questa strada.

Ritengo che ora un congresso sia fuori luogo, perché discutere una linea già decisa non ha senso. Inoltre, le condizioni per un congresso sereno non ci sono: la comunità di Italia Viva ha vissuto mesi difficili, attendendo le dichiarazioni dei leader, con scontri frequenti. Preferisco quindi intraprendere coraggiosamente un percorso più difficile ma coerente, per costruire un polo liberal-democratico, collaborando con chiunque voglia unirsi a me, mantenendo relazioni nazionali distanti da populismi e sovranismi».

Un appello, non tanto velato agli amici di Italia Viva della Pianura veronese, dal referente Walter Ambrosi, all’ex sindaco di Legnago Clara Scapin, all’ex consigliere Michele Masin.

 

Foto: Valeria Pernice e Luigi Marattin (rispettivamente seconda e terzo da sinistra) con altri dissidenti, davanti a Palazzo Montecitorio, sede della Camera dei deputati; a destra l’ex segretaria provinciale di Iv.


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