In una palazzina appena ristrutturata nascondeva degli alloggi per connazionali impiegati in attività agricole. L’irregolarità è emersa nel corso di un sopralluogo svolto nei giorni scorsi in via Cadalogo, a Cerea, dalla polizia locale, a seguito di un esposto giunto in comando che ha portato alla denuncia di A.A., 36 anni, di nazionalità marocchina, residente nell’abitazione con la moglie e due figli minorenni. Trova così ulteriori conferme l’allarme lanciato solo pochi mesi fa dal sindaco Marco Franzoni, rispetto alla presenza del fenomeno del caporalato nella Pianura Veronese.

«Erano stati notati movimenti sospetti nella via. L’edificio era stato apparentemente ristrutturato su un unico livello, essendo stata murata dall’interno la scala d’accesso al primo piano superiore. Solo dal retro dell’abitazione, da un’apertura simile a quella utilizzata per poter accedere ai contatori, era possibile salire al piano superiore», spiega il comandante della polizia locale Massimiliano Gianfriddo.

All’interno della casa tre camere erano utilizzate da altrettanti cittadini marocchini, che alloggiavano nell’abitazione senza alcuna comunicazione di ospitalità come previsto dalla normativa. E non poteva essere altrimenti, in quanto uno di loro, J.A., 21enne, era stato colpito da un ordine di respingimento del Questore a lasciare il territorio italiano, notificato nel dicembre 2020. Un secondo marocchino, A.O., anche lui 21enne, aveva il permesso di soggiorno stagionale scaduto nel 2023 e non più rinnovato.
«Entrambi sono stati fotosegnalati nuovamente ed hanno ricevuto un nuovo ordine di espulsione, mentre il proprietario dell’edificio dovrà rispondere di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e degli specifici reati edilizi rispetto alle abusive modifiche effettuate nella propria abitazione», – prosegue Gianfriddo.

Il sindaco Franzoni evidenzia: «Solo pochi mesi fa avevo lanciato l’allarme riguardo ad un’immigrazione clandestina fuori controllo, legata all’impiego irregolare nelle attività agricole. Nella Pianura Veronese sta emergendo l’esistenza di un sistema di caporalato gestito da pseudo cooperative. Una forma di sfruttamento che favorisce l’arrivo di clandestini nel nostro territorio. Una circostanza che trova ulteriori conferme grazie alle indagini continue delle forze dell’ordine».
Secondo Franzoni «le istituzioni, a tutti i livelli, devono continuare su questa strada. Noi stiamo cercando di fare la nostra parte mantenendo alta l’attenzione su questo sistema, grazie alla preziosa sinergia con le forze di polizia».

Il controllo si è esteso ad un’altra area limitrofa dove il proprietario dell’abitazione deteneva diverse autovetture in stato di abbandono sprovviste di assicurazione.
«Le segnalazioni dei cittadini ci forniscono sempre più spesso indicazioni dettagliate e denunce di irregolarità proprio sul tema di sfruttamento dell’immigrazione clandestina e alle condizioni fatiscenti e non igieniche», conclude il comandante.

 

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