Il progetto dell’impianto fotovoltaico di via Calcara a Cerea, ma alle porte di Legnago,  è tornato protagonista nell’ultimo Consiglio comunale. Il sindaco Marco Franzoni ha aggiornato l’assemblea sugli ultimi sviluppi, dopo il ricorso al TAR della società proprietaria dell’area e a seguito dell’ordinanza sulla sospensiva del provvedimento impugnato, pubblicata nel settembre dello scorso anno, secondo la quale la variante al piano degli interventi non sarebbe legittima.
Era il 29 maggio 2023, quando i consiglieri comunali di maggioranza e minoranza votarono all’unanimità il provvedimento che escludeva la possibilità di prevedere l’insediamento di estesi impianti fotovoltaici posizionati a terra nella zona produttiva e commerciale di via Calcara, se non indirizzati all’autoconsumo delle ditte direttamente insediate nella zona stessa. Un’area su cui il Consiglio comunale aveva ipotizzato un diverso tipo di sviluppo economico.

«È stato fatto un tentativo doveroso per cercare di limitare insediamenti di questo tipo tramite l’adozione della variante urbanistica. Una volta, però, note le motivazioni del TAR rispetto al ricorso, a fronte di un consulto con i nostri legali e dopo aver preso atto dell’impossibilità prevalere in giudizio, abbiamo subito avviato un’intensa trattativa con il proprietario, con l’obiettivo di raggiungere un accordo transattivo e di ottenere le migliori condizioni possibili per il nostro territorio», ha spiegato il sindaco, che ha sottolineato: «Nell’accordo con il privato, oltre a un contributo economico e alla possibilità di avere impianti per il risparmio energetico sugli edifici pubblici comunali, è stata concordata con la proprietà una zona di rispetto di 30 metri, in modo da mitigare l’impatto visivo e da non pregiudicare uno sviluppo e una pianificazione urbanistica in futuro diversa, per consentire uno sviluppo differente dell’area, una volta dismesso il fotovoltaico.

A fronte dell’ordinanza del TAR abbiamo inoltre il dovere di evitare danni economici ed erariali alle casse del Comune, considerata la possibile richiesta di ingenti danni».

Franzoni ha ripercorso la vicenda: «È bene ricordare un po’ di storia. Il territorio in questione era un’area a destinazione industriale e commerciale da ormai 30 anni, anche se la vediamo agricola, sulla quale i precedenti proprietari hanno pagato nel tempo consistenti tributi, ma fino ad oggi non si era mai visto alcun tipo di manifestazione di interesse reale e concreta da parte di altri acquirenti per insediare nuove e diverse attività. Non è un’area comunale, i privati hanno scelto di incassare il denaro proposto dai nuovi proprietari per l’acquisto dell’intera area (pari a oltre il 30% in più del valore di mercato grazie agli incentivi di cui godono)».

A fronte del progetto di fotovoltaico «abbiamo fatto il possibile per limitare tali iniziative. Tuttavia il TAR ha affermato che la norma prevede e consente l’installazione di questo tipo di impianti fotovoltaici in aree con destinazione produttive. Il dovere di un’amministrazione è quella di non piangere sul latte versato e di ottenere il massimo per il Comune e i cittadini».
Oggi, ha proseguito il sindaco, «il contesto economico è cambiato. Sono tre i settori che stanno trainando e condizionando l’economia anche nella nostra provincia: la logistica, il turismo e il business delle energie rinnovabili e alternative, in particolare appunto del fotovoltaico. Un ambito che sta prosperando grazie alle politiche europee sulla transizione energetica e con incentivi pubblici su cui molti soggetti economici stanno mettendo gli occhi. Questo ha trasformato il mercato. Serve una seria riflessione ai piani più alti, parlamento ed istituzioni europee, per incentivare le fonti alternative, ma sempre tenendo in considerazioni le legittime istanze urbanistiche e non solo dei territori».

 

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