Mele di Biancaneve color rosso intenso e di ottima qualità. Sono queste le prime impressioni riguardanti le Gala estive, le prime mele a inaugurare la lunga stagione della raccolta del frutto, che in Italia conta moltissime varietà e in Veneto vede primeggiare la provincia di Verona con 4.422 ettari (dati 2022 di Veneto Agricoltura), pari a 233.279 tonnellate raccolte lo scorso anno. L’annata si preannuncia migliore rispetto all’anno scorso, quando le mele risultarono pallide a causa delle alte temperature e con calibri piccoli.

«La campagna delle mele è iniziata il 6 agosto con i vari cloni precoci e tardivi della famiglia del Gala – spiega Francesca Aldegheri, presidente del settore frutticolo di Confagricoltura Verona -. Siamo a metà raccolta e possiamo dire che la qualità è buona, nel senso che le piogge che si sono intervallate da giugno a luglio hanno fatto sì che la pezzatura sia soddisfacente, nonostante il Gala tenda a non crescere tantissimo essendo precoce.
Grazie alle piogge e all’escursione termica tra giorno e notte il colore è rosso intenso, particolare importante per renderle appetibili per il mercato.
Ci sono stati problemi localizzati per la grandine, che ha colpito a macchia di leopardo in alcune zone, rovinando la produzione. Le quantità sono il tasto dolente della campagna 2023, dato che sia nella zona di Verona che nel Veneto sono inferiori alla media, dovuta sia alla sovrapproduzione dell’anno scorso, che ha portato le piante ad essere più scariche quest’anno, sia al gelo e alle piogge primaverili, che hanno un po’ compromesso l’allegagione.
Per quanto riguarda il mercato, finora si sono registrati prezzi migliori rispetto all’anno scorso, anche se si sperava in qualcosa di più. Ci auguriamo che ora i consumi decollino, in modo da arrivare a quotazioni migliori».

A proposito di prezzi, Alberto De Togni, presidente di Confagricoltura Verona, segnala che c’è qualche fenomeno speculativo in atto: «Alcuni commercianti vanno in giro per le campagne offrendo agli agricoltori 40 centesimi al chilo per mele sane, in cassone, quando al mercato di Cesena e Verona sono state quotate da 80 centesimi a un euro e il prezzo finale al supermercato va da 3,50 a 3,80 al chilo, ovviamente con la confezione in vassoio.
Voglio tuttavia porre all’attenzione pubblica queste discrepanze, per rimarcare come gli agricoltori sono come sempre l’anello debole della filiera, essendo costretti a vendere a prezzi bassi perché magari non possiedono magazzini di stoccaggio, mentre il commerciante, che acquista e rivende, può avvantaggiarsi con margine di molto superiori».

In Veneto risulta in aumento sia la superficie totale a meleto (6.032 ettari, +0,6%), che quella già in produzione (5.865 ettari, +0,6%). Di quella già in produzione, oltre il 75% circa si concentra a Verona (4.422 ettari, stabile), con le province di Rovigo (419 ettari, +4,8%) e Padova (405 ettari, stabile) a seguire ben distanziate. Seguono Venezia (355 ettari), Treviso (128), Belluno (70) e Vicenza (66).