«Ricevere questo premio nella giornata di oggi ha per me due significati importanti. Innanzitutto, perché la civiltà del vino si collega all’informazione e allo sport perché hanno radici comuni. Il secondo motivo è che questa sera dovrei essere in redazione, in una sorta di ‘sala parto’ perché la mia squadra sta lavorando alla nascita della nuova edizione del giornale che uscirà domani sabato 1° luglio con una grafica rinnovata e in un formato più moderno. È un evento storico: la grafica è l’inchiostro all’interno del quale la gerarchia delle notizie trova il solco della propria rappresentazione. Il quotidiano L’Arena nasce per il forte legame che ha con il proprio territorio ed è un punto di riferimento locale ma allo stesso tempo globale, come un’agorà, in cui la comunità si sente rappresentata».

Così Massimo Mamoli, direttore del quotidiano L’Arena e vincitore dell’undicesima edizione del premio Grappolo d’Oro Clivus ha omaggiato il vino simbolo delle colline di Monteforte alla vigilia di un cambiamento epocale del quotidiano veronese.
Dal vino al giornalismo, allo sport, numerosi i temi affrontati venerdì 30 giugno, all’interno del Palazzo Vescovile di Monteforte d’Alpone, dove si è svolta la serata di gala con la consegna del premio che da undici anni Cantina di Monteforte, in collaborazione con il Gruppo Sportivo Valdalpone De Megni, assegna ai professionisti dell’informazione che meglio incarnano l’ideale sportivo della competizione ispirata ai principi di etica e lealtà.

Massimo Mamoli intervistato da Lucia Vesentini

Intervistato dalla giornalista Lucia Vesentini, il direttore de L’Arena, ha raccontato la sua esperienza alla guida del quotidiano scaligero, evidenziando i forti cambiamenti avvenuti anche nell’informazione con la rivoluzione digitale.

«Siamo passati dal tempo in cui si faceva il giornale una volta al giorno a oggi in cui si fa più volte in una giornata, cambiando anche la gerarchia delle notizie sul web. È un giornale continuamente aggiornato. Ciò rappresenta un rischio e un’opportunità. La velocità con cui si deve rendere conto dei fatti mette a rischio l’accuratezza e la verifica delle fonti che sono fondamentali.
Ma è allo stesso tempo un’opportunità. La rivoluzione digitale non deve essere infatti percepita in modo negativo perché ha ampliato il modo di comunicare come un ventaglio».

Un altro tema di attualità è l’intelligenza artificiale che secondo Mamoli rappresenta «una partita aperta. Il mondo dell’editoria si sta interrogando su come usarla. I greci assegnavano due componenti all’intelligenza umana ossia intelletto e spirito. Bisogna riconciliare questi due aspetti se non vogliamo rischiare che l’evoluzione della specie sia governata dall’intelligenza artificiale».

Nella patria della Montefortiana, non potevano mancare i riferimenti allo sport «Se dovessi paragonare il Soave a un personaggio sportivo, sceglierei Osvaldo Bagnoli che ha segnato la storia sportiva della nostra città ricordando un fatto. Era il 9 novembre 1985. Agli ottavi di finale della Coppia dei Campioni, a Torino nello stadio a porte chiuse, si giocava Juventus Verona che perdette 2-0. La partita fu davvero scandalosa e dopo la partita negli spogliatoi ci fu tensione e un po’ di parapiglia tanto che arrivò la polizia. Rimase storica la frase di Bagnoli che disse loro: ‘Se cercate i ladri, sono nell’altra stanza’. Bagnoli come il Soave era un vulcano».

Giornalista e attento conoscitore del territorio veneto
Massimo Mamoli, 55 anni veronese, è direttore del quotidiano L’Arena da metà dicembre 2021. È altresì direttore di Bresciaoggi. Entrambi i quotidiani sono del Gruppo Athesis. Mamoli ha iniziato la sua carriera al Gazzettino e nei settimanali cattolici a Verona e poi a Roma, per poi passare al Giornale di Milano dove ha assunto il ruolo di vicecaposervizio alle Cronache. È stato chiamato come vicecaporedattore e poi caporedattore dal gruppo Rcs edizioni locali del Corriere per l’apertura del Corriere del Veneto a Padova e a Verona. Passato alla sede di via Solferino del Corriere della Sera alle Cronache italiane ha assunto poi l’incarico di vicedirettore delle testate del Nordest del gruppo: Corriere del Veneto, Corriere del Trentino, Corriere dell’Alto Adige e Corriere di Bologna.

L’albo dei premiati
Prima di Massimo Mamoli sono stati insigniti del premio Grappolo d’Oro Clivus: Maurizio Cattaneo, tra i direttori più longevi alla guida del quotidiano L’Arena di Verona (2019), Donatella Scarnati, prima donna ad apparire stabilmente nei collegamenti della celebre trasmissione 90° minuto e nota giornalista sportiva (2018); Marino Bartoletti, volto storico del giornalismo sportivo italiano in Rai e Mediaset (2017); Maurizio Belpietro, giornalista oggi fondatore e direttore del quotidiano “La Verità” (2016); Domenico Quirico, giornalista ed inviato di guerra de “La Stampa” (2015); Andy Luotto, attore e conduttore televisivo (2014); Mario Giordano, giornalista Mediaset (2013); Massimo de’ Manzoni, vicedirettore vicario di “Libero” (2012); Gerardo Greco, volto storico di Rai e Mediaset (2011); Mauro Mazza, già direttore di Rai Uno (2010). Nomi di prestigio che, da dieci anni, Cantina di Monteforte accompagna sulle colline del Soave Classico, dando vita per l’occasione ad un vivace dibattito che spazia dalla cultura all’attualità.

Nel corso della serata, condotta dalla giornalista Lucia Vesentini, è stata premiata inoltre la giornalista de L’Arena Paola Dalli Cani «per il notevole impegno che, di anno in anno, ha sempre profuso per illustrare brillantemente e piacevolmente i vari eventi della Montefortiana. E’ stato poi insignito di una menzione d’onore il giornalista Gianni Biasetto de “Il Mattino” «per aver contribuito alla conoscenza delle peculiarità della 46^ Montefortiana», il giornalista Matteo Mohorovichich di RAI 3 in quanto «Attento conoscitore del territorio, punto di riferimento del giornalismo Rai per il Veneto, ha sempre raccontato nei suoi servizi televisivi le caratteristiche della nostra zona con attenzione e rispetto per luoghi e persone». Premiati anche Telearena nella persona di Lucio Salgaro e Giuliano Bicego di Telenuovo «per la qualità della regia e per la ricchezza dei contenuti proposti nei servizi televisivi realizzati e trasmessi in occasione della 46° Montefortiana».

Il Premio Grappolo d’Oro Clivus, giunto quest’anno alla sua undicesima edizione, si conferma senza dubbio uno degli appuntamenti tra i più sentiti nel panorama culturale veronese grazie all’impegno che la storica casa vinicola di Monteforte d’Alpone persegue, fondendo i valori del mondo del vino, della salvaguardia ambientale, della cultura e dello sport, e valorizzandoli in una serata-evento dedicata a queste eccellenze.

«Nel lungo percorso di sviluppo di Cantina di Monteforte – commenta Massimino Stizzoli presidente di Cantina di Monteforte – che l’anno scorso ha festeggiato i 70 anni, si inserisce il sostegno alle iniziative locali, in primis la Montefortiana e il premio Grappolo d’Oro Clivus. Sono parte delle nostre origini e pur in un contesto economico di massima competizione, non possiamo venir meno al supporto del nostro territorio e delle sue attività. Il premio Clivus, in particolare, accomuna i valori del mondo del vino, della cultura e dello sport, a cui siamo profondamente legati, in un unico prestigioso evento».

L’Azienda
Fondata nel 1952 nel cuore del Soave Classico, l’80% dei vigneti si trova su suolo vulcanico con pendenze spesso oltre il 30%, sono zone molto difficili da lavorare. In questi territori nascono le eccellenze della casa vinicola Monteforte, da una viticoltura eroica e condotta interamente a mano, per rispettare l’ambiente. Sono 1200 ettari di vigneti e oltre 70 anni di esperienza viticola. I vigneti si estendono anche nella zona del Durello sui Monti Lessini e nella zona della Valpolicella, per offrire al pubblico tutte le denominazioni veronesi. I vini nascono da progetti viticoli ben pensati per traghettare il nettare del frutto dal grappolo alla bottiglia. Il marchio Clivus, nato nel 1959, è conosciuto in Italia e nel mondo.

Sport & colline: la Montefortiana
Sulle colline dove nasce il Soave Classico, si corre la celebre Montefortiana: la corsa podistica non competitiva organizzata dal Gruppo Sportivo Val d’Alpone De Megni guidato dal presidente  Giovanni Pressi, giunta quest’anno alla 46^ edizione. Gemellata con la Maratona di New York, di Tai Pei e di Roma, ogni anno a gennaio richiama da tutto il mondo oltre 20.000 atleti che gareggiano tra i filari di garganega, il vitigno autoctono che dà vita al Soave.