Roberto Mantovanelli è il nuovo vicepresidente di Aqua Publica Europea, l’associazione che riunisce i gestori idrici a proprietà pubblica d’Europa.
Ad eleggerlo il board di Ape, durante l’assemblea generale che si è svolta nella splendida cornice della Biblioteca Capitolare di Verona.
Quarantatré anni, laurea in ingegneria gestionale, componente della giunta esecutiva di Utilitalia, Mantovanelli è dal 2018 presidente di Acque Veronesi.
Dal 2019 fa parte del management di Aqua Publica Europea come delegato di Viveracqua, il consorzio che riunisce i gestori dell’idrico integrato del Veneto.
«Ringrazio il presidente Van Nuffel e i colleghi del board della fiducia per questo ruolo prestigioso. Ape è l’associazione che riunisce i gestori idrici europei a proprietà pubblica e ha come obiettivo quello del confronto e della condivisione delle migliori pratiche, sia a livello di governance che a livello tecnologico» – spiega Mantovanelli. «Non essendoci competizione tra gestori, si tratta di un’importante possibilità che vogliamo impegnarci a valorizzare. Altro punto centrale dell’attività in Ape è quella di portare i nostri contributi direttamente a livello della Commissione Europea in merito alle direttive comunitarie, che sempre di più influenzano l’operato futuro di noi gestori. L’evento che si è svolto oggi a Verona è un esempio dell’importanza di questi scambi: un convegno che ha fornito eccellenti spunti di riflessione sulla circolarità nel settore delle acque reflue con particolare riferimento alla gestione dei fanghi».
Al seminario tecnico, che ha fatto di Verona la capitale dell’idrico pubblico, hanno preso parte oltre 160 tra rappresentanti e tecnici di società idriche, docenti e alti funzionari istituzionali in rappresentanza di paesi europei ed extraeuropei, oltre che rappresentanti della Commissione Europea.
«Il trattamento delle acque reflue è essenziale per proteggere lo stato ecologico dei nostri fiumi, mari ed ecosistemi. L’adozione di un approccio circolare in questo settore offre reali opportunità nei settori della minimizzazione dei rifiuti, dell’agricoltura sostenibile e della produzione di energia» – ha aggiunto il presidente di Ape, il belga Bernard Van Nuffel, presidente di Vivaqua, il gestore idrico di Bruxelles. «L’approccio circolare richiede però un complesso mix di quadro normativo adeguato, innovazione e coordinamento efficace tra i diversi settori e le parti interessate ed è quanto è stato fatto oggi a Verona».
Dell’evoluzione degli impianti di depurazione ha parlato David Bolzonella, a capo della sezione di impianti chimici del Dipartimento di Biotecnologie dell’Università di Verona e tra i massimi esperti europei del settore. «Oggi non abbiamo più semplici depuratori ma vere proprie bio-raffinerie in cui accanto all’acqua, che è il bene primario recuperabile e riutilizzabile dal trattamento dei reflui fognari, si vanno a recuperare energia, attraverso il metano prodotto dalla digestione anaerobica dei fanghi di depurazione, e alcuni materiali, quali ad esempio i nutrienti, soprattutto azoto e fosforo, ma anche la cellulosa e le bioplastiche, che possono essere riutilizzati nelle industrie di settore. Per rendere possibile tutto ciò occorrono alcuni imprescindibili elementi: processi e tecnologie innovativi, sviluppati attraverso l’interazione tra il mondo delle ricerca e dell’università e le aziende del ciclo idrico integrato. Inoltre serve anche un supporto economico e legislativo che accompagni questo cambio di paradigma e renda questi nuovi prodotti accettabili dal mercato.
Tutti questi nuovi prodotti, infatti, necessitano di normative chiare e standard definiti per farli rientrare nel mondo produttivo e renderli accettabili socialmente, da imprese, agricoltori e consumatori».
Nelle parole del segretario di Ape, Milo Fiasconaro, l’importanza di decidere un percorso condiviso per accelerare gli approcci circolari in favore non solo dell’ambiente ma anche del necessario recupero di risorse critiche come il fosforo: «la valutazione della direttiva sui fanghi di depurazione, appena pubblicata dalla Commissione Europea, indica che in Italia la messa in discarica è ancora l’opzione di gestione più utilizzata, nonostante il suo costo ambientale e la conseguente perdita di nutrienti preziosi. Abbiamo però importanti competenze, scientifiche e industriali nei nostri territori e proprio sulla base del nostro know-how e delle conoscenze che la scienza ci può offrire è tempo di mobilizzare queste risorse per accelerare il nostro passaggio ad una economia circolare, che tuteli salute, ambiente e possibilità di sviluppo economico dei territori»è.
La due giorni veronese dei gestori idrici europei si concluderà domani con la visita alla centrale idrica di Lonigo, che fornisce acqua a 24 comuni divisi tra le province di Verona, Vicenza e Padova: «uno degli impianti maggiormente all’avanguardia non solo del Veneto ma d’Europa » – ha spiegato Pierpaolo Florian, direttore di Alto Trevigiano Servizi – «Un evento che è stato occasione di ulteriore crescita per noi e per i gestori europei, che vedono il Veneto come un modello da prendere come esempio».