È stata inaugurata questa mattina dal sindaco di Angiari Antonino Puliafito e dal presidente della Provincia Flavio Pasini, alla presenza delle autorità militari istituzionali, civili e delle associazioni del territorio, la “Piazza del Rispetto”, simbolo dedicato dal Comune alle donne vittime di violenza e di femminicidio, probabilmente la prima in Italia.
Un luogo di aggregazione per ricordare il grave problema della violenza sulle donne, un segnale concreto per mantenere i riflettori accesi su una vera e propria piaga sociale.
La Piazza del Rispetto che si trova in un’area adiacente a Piazzale San Michele, è uno dei punti di incontro della comunità locale e da oggi su di essa campeggia una scultura in marmo di Carrara, realizzata dallo scultore Antonio Esposito,
raffigurante una donna stesa con le mani sul capo, a rappresentare un gesto di protezione e sofferenza, evocando così una violenza subita.
«Ogni 72 ore, stando alle statistiche, una donna viene uccisa per mano di una persona a lei vicina che sia marito, fidanzato, padre o semplice ammiratore infatuato. – ha ricordato il sindaco Puliafito – Per quanto se ne parli la realtà dice che è sempre troppo poco e troppo spesso in concomitanza con fatti di cronaca con protagoniste donne vittime.
Allora il problema non può emergere solo una tantum bensì deve incontrare il nostro quotidiano e quindi deve essere portato in “Piazza”.
E’ nella “Piazza” che si parla e si sparla, è nella “Piazza” che si incontra la gente, ci si confronta, talvolta ci si scontra, ma è il luogo dove tutti i giorni, in ogni parte d’Italia e del mondo ci si reca.
E’ li che ci diamo appuntamento ed è da li che dobbiamo alzare la voce in soccorso delle donne ed iniziare ad educare gli uomini al “Rispetto”.
Nasce così – conclude il Sindaco – questo nuovo spazio dedicato a tutte le donne vittime di violenza e femminicidio, perché dal nostro piccolo Comune parta un grande messaggio, ma non più dalla piazza del mercato, del duomo, del municipio, del tribunale, della borsa, bensì dalla “Piazza del Rispetto”, affinché si prenda coscienza e si fermi quella che dobbiamo chiamare col suo nome “La strage delle donne”».