Durante la stagione calcistica le sezioni degli arbitri di tutta Italia tengono delle riunioni tecniche che hanno lo scopo di approfondire conoscenze regolamentari ed affinare l’esperienza arbitrale.
Nel corso di queste lezioni, spesso sono presenti ospiti, solitamente interni all’AIA, e che quindi conoscono il mondo arbitrale, che permettono ai partecipanti di migliorare le proprie caratteristiche tecniche e formative.

Lunedì scorso, 8 maggio, durante la consueta riunione obbligatoria, il presidente sezionale di Legnago Gianluca Cavallaro ha invitato a partecipare a una riunione Claudio Berlini, notaio legnaghese, tesserato sportivo, allenatore nelle ultime tre stagioni dell’Atletico Città di Cerea, prima ancora del settore giovanile del Legnago Salus e che nella prossima stagione siederà sulla panchina del Cologna Veneta 1919.

Scopo dell’incontro era, nelle intenzioni degli organizzatori, far dialogare due componenti diversi del mondo calcistico, così da poter sentire l’opinione di chi sta dall’altra parte del campo e che deve confrontarsi con gli arbitri tutte le domeniche, nell’arco di un campionato.

Dopo una spiegazione delle recenti novità sezionali, Cavallaro ha iniziato il confronto con l’ospite augurando a tutti gli intervenuti che l’incontro potesse essere un momento di confronto e dialogo, nell’ottica di una sempre maggiore collaborazione tra le varie componenti, tra arbitri e società calcistiche, al fine di una possibile, ma non semplice, inversione di rotta culturale sulla figura arbitrale.

Mister Berlini, prendendo la parola, si è subito posto in una posizione di apertura, partendo da quelle che, per la sua esperienza, sono le caratteristiche che rimangono impresse di un arbitro.
«La prima impressione è molto importante, se un ragazzo si presenta al campo in orario, ponendosi con cortesia ed eleganza è subito apprezzato dai dirigenti e dai calciatori, che sono disposti a dargli credito» – questa la nota iniziale, a sottolineare quanto le società diano importanza al primo impatto con l’arbitro, ma anche facendo riflettere su quello che gli altri si aspettano da chi, per ruolo istituzionale, deve far rispettare le regole.
«Io cerco di insegnare ai miei ragazzi che l’arbitro è un uomo e come tale può sbagliare in campo. E’ difficile però accettare gli arbitri quando questi si pongono in maniera arrogante e, a volte, maleducata. Questo chiude subito una possibilità di dialogo» – ha continuato Berlini, evidenziando un argomento caro anche ai dirigenti arbitrali.
«Queste parole ci fanno comprendere, come già immaginavamo, che la signorilità con cui ci poniamo ci permette di essere accettati e credibili, prima ancora delle nostre capacità tecniche» – ha sottolineato Cavallaro.

Continuando il suo discorso Berlini ha poi rassicurato gli arbitri presenti: «Spesso le società danno colpa agli arbitri dei loro insuccessi perché non sono in grado, o non vogliono, prendersi le proprie responsabilità. Io posso dire, a mente fredda, che mai una stagione è stata persa per colpa degli arbitri. Oggi, con i mezzi tecnologici, è passata una cultura che va a colpire l’arbitro per l’unico errore commesso in una gara, senza apprezzare le altre dieci cose fatte bene».

Berlini, quindi, ha auspicato una collaborazione futura più ampia tra arbitri e società per far crescere nel rispetto il sistema calcio, chiamando in causa tutte le componenti.
In chiusura l’ospite ha ricordato – «Senza arbitri non si può giocare, quindi voi ricoprite un ruolo importante, di cui dovete andar fieri. Ma vi assicuro che la gentilezza, l’eleganza e la signorilità vi permettono di ottenere il rispetto di tutti».

La serata è continuata con alcune domande provenienti dal pubblico, che hanno rafforzato quanto già detto dall’ospite. In chiusura il presidente Cavallaro ha ringraziato il mister e ha espresso fiducia che – «Riunioni come quelle di stasera sono utili per comprendere che la strada intrapresa è quella corretta e per riflettere su quello che dirigenti e giocatori si aspettano da noi».