Il Parlamento europeo ha approvato – con 343 voti favorevoli, 216 voti contrari e 78 astenuti – la proposta di direttiva che prevede l’obbligo di realizzare interventi di efficientamento energetico su tutti gli immobili europei: classe energetica D per tutti entro il 2033.
Gli esponenti della maggioranza politica italiana hanno votato contro. La vicenda, però, non si conclude qui. Da oggi, infatti, ha inizio una fase di negoziazione che vedrà protagonisti anche i Governi dei Paesi dell’Unione.
In questo contesto si inserisce l’approvazione da parte della Camera dei deputati, mercoledì scorso, di una mozione di maggioranza che ha impegnato il Governo italiano ‘ad adottare le iniziative di competenza presso le competenti istituzioni europee al fine di scongiurare l’introduzione di una disciplina’ giudicata pericolosa per il nostro Paese.
«La temuta direttiva sulle case green è stata approvata dal Parlamento europeo. – fa sapere Paolo Borchia, europarlamentare della Lega, coordinatore Id in commissione Itre (Industria, ricerca ed energia) – Noi, coerentemente, abbiamo votato contro questo provvedimento che è un vero e proprio attacco al nostro Paese.
Invece altri europarlamentari – tra i quali esponenti italiani del Partito Democratico e del M5S – si sono espressi a favore. La sinistra italiana, e veneta, per l’ennesima volta non fa gli interessi dei nostri territori ma punta a mandare in crisi chi fatica a ristrutturare casa».
«Come al solito – continua Borchia – la sinistra racconta favole dicendo che il testo è stato migliorato, ma è il classico brodino: nessuna delle modifiche apportate lo rende più accettabile. Si tratta, infatti, di una direttiva demenziale perché mancano imprese edili per raggiungere gli obiettivi nei tempi prefissati e aumentano fortemente i timori per gli effetti sui prezzi dei materiali.
Ricordo che oltre 70% del patrimonio immobiliare italiano è in classe E, e il 74% degli immobili è stato realizzato prima dell’entrata in vigore della normativa completa sul risparmio energetico e la sicurezza sismica.
Non solo, l’Ance (e non la Lega) riporta che su 12,2 milioni di edifici residenziali, oltre 9 milioni «non sono in grado di garantire le performance energetiche indicate dalle nuove normative e soprattutto nei tempi brevi previsti» dalla proposta di Direttiva europea sull’efficienza energetica.
In gioco non c’è l’ideologia green dei soliti radical chic di sinistra, anche veneti, ma il bene più prezioso di ognuno di noi. No, quindi, ad una strategia ridicola e irrealizzabile – conclude Borchia – che avrà come unica conseguenza quella di svalutare le nostre case e creare speculazione immobiliare. Più che case verdi, veneti al verde».
Foto: da sinistra, Ursula Von der Leyen presidente Commissione europea e Paolo Borchia europarlamentare della Lega, coordinatore Id in commissione Itre (Industria, ricerca ed energia).