L’icona mondiale del violino, il Maestro Uto Ughi si è esibito ieri sera, sabato 11 febbraio in un teatro sold out, insieme a I Virtuosi Italiani al Teatro Salieri di Legnago. Era la prima volta del grande violinista nella casa del Salieri che ha visto suonare in apertura l’Overture in Re Maggiore e a seguire brani di Mozart, Saint Saëns, Vitali, Tartini, Boccherini e Kreisler.
I Virtuosi Italiani, capitanati dal Maestro Alberto Martini, hanno già collaborato con Uto Ughi esibendosi insieme, tra le varie, presso il Teatro La Fenice di Senigallia e al Teatro Ristori di Verona.
Tra le particolarità, gli strumenti suonati da Uto Ughi: un violino Guarneri del Gesù del 1744 e lo Stradivari del 1701 denominato “Kreutzer” perché appartenuto all’omonimo violinista a cui Beethoven aveva dedicato la famosa Sonata.
Considerato l’erede della tradizione violinistica italiana, Uto Ughi ha mostrato uno straordinario talento fin dalla prima infanzia: all’età di sette anni si esibisce per la prima volta in pubblico.
Da allora la sua carriera non ha conosciuto soste, con grandi tournèe nelle più importanti capitali europee e le più rinomate orchestre sinfoniche. Uto Ughi non limita i suoi interessi alla sola non Mi non ppnoopomusica, è in prima linea anche nella vita sociale del Paese. In quest’ottica ha fondato il festival “Omaggio a Venezia”, al fine di segnalare e raccogliere fondi per il restauro dei monumenti storici della città lagunare.
Ma oltre a sottolineare il grande successo della serata accompagnata da lunghi e continui applausi, non può passare inosservato il momento che ha visto, a fine concerto, la consegna di una targa da parte del Comitato Provinciale di Verona dell’A.N.V.G.D. (Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia), con il presidente della delegazione veronese, Marco d’Agostino, ringraziare Ughi per l’impegno costante nel ricordare gli italiani fuggiti dall’Istria, da Fiume e dalla Dalmazia al termine della Seconda guerra mondiale sotto la spinta della pulizia etnica e lo spettro delle foibe.
Significò l’esodo di 350mila persone e la morte violenta di migliaia di innocenti.
Il padre di Uto Ughi, come Giuseppe Tartini, uno dei compositori in scaletta ieri sera, fu nativo di Pirano d’Istria. Radici più volte emerse nel corso della vita personale e professionale del Maestro.
Venerdì 10 febbraio era il Giorno del Ricordo, una ricorrenza tragica ma importante, che la direzione del teatro Salieri e del suo presidente Stefano Gomiero hanno voluto celebrare con l’esibizione di uno dei massimi interpreti della musica classica a livello internazionale, Uto Ughi.