“Una luce nel buio. Memorie della deportazione e prigionia in Polonia e Germania 1943-1945”, è un libro di memorie completato nel settembre 2011 da Agostino Bononi, classe 1926, di Fiesso (Rovigo) in cui l’autore narra la sua vita nei terribili anni del conflitto, durante il quale fu deportato prima in Germania e poi in Polonia.
Il libro è stato presentato sabato 4 febbraio al liceo Cotta di Legnago, che ha ospitato il Cavalier Bononi, per una eccezionale testimonianza della sua esperienza di deportato in campo di concentramento nel Giorno della Memoria.
Sui motivi che l’hanno spinto a scrivere questo testo, recentemente condiviso anche con la Regina d’Inghilterra Elisabetta II, l’autore spiega – «L’ho iniziato sessant’anni fa, poi l’ho lasciato perdere e ripreso in mano più volte, fino al 2011, quando mi sono deciso a concluderlo. Ho cercato qualcuno che mi aiutasse nella redazione e nella stesura del testo e ho trovato la collaborazione preziosa ed importantissima di Cristina Cavriani e Sara Berveglieri della CreArte di Fiesso, che ringrazio di cuore».
Nel volume, corredato da alcune immagini di repertorio e da materiale cartografico che ricostruisce, anche visivamente, le peripezie dell’autore, Agostino racconta la sua esperienza da deportato civile: rastrellato diciassettenne a Fiesso il 14 marzo 1943, anche a causa della fede socialista e Matteottiana della famiglia. Agostino fa ritorno a casa solo il 6 settembre 1945, dopo essere passato per il campo di concentramento di Stutthof e aver lavorato duramente per nove, lunghi, mesi al servizio di un ufficiale nazista a Radzyn Chelminski, in Polonia, assieme ad altri cinque compaesani. Nel volume si susseguono il racconto del viaggio, dei pericoli scampati, dei bombardamenti e del ritorno altrettanto drammatico, iniziato nel gennaio del 1945 con l’avanzata dell’esercito sovietico e conclusosi dopo una lunghissima marcia a piedi per più di mille chilometri. Una testimonianza importante, che Agostino Bononi, Cavaliere al Merito della Repubblica Italiana dal 27 dicembre 2010, ha deciso di mettere nero su bianco per non dimenticare una delle pagine più buie della storia dell’umanità.