«Con la presente intendo rassegnare le dimissioni da Consigliere di Indirizzo della Fondazione Culturale Antonio Salieri.
Nuovi impegni e l’approssimarsi della nomina del nuovo Consiglio di Indirizzo della Fondazione (l’attuale consiglio presieduto da Stefano Gomiero, anche lui dimissionario, è in scadenza il 31 dicembre 2022), hanno imposto alla mia coscienza, alla mia etica di lasciare libero il ruolo che fino ad oggi ho ricoperto con rispetto e onore per il valore che il nostro Teatro rappresenta per la città di Legnago.
Colgo l’occasione per ringraziare il Sindaco di Legnago per l’opportunità concessa, e tutti i membri della Fondazione Culturale Antonio Salieri (passati e presenti) per questi tre anni trascorsi».
Con queste poche righe Marco D’Agostino ha comunicato al presidente Stefano Gomiero, al direttore artistico Marco Vinco e al sindaco Graziano Lorenzetti la sua decisione di non ricandidarsi e di lasciare ad altri il suo posto di consigliere nel Cosiglio di Indirizzo.
Che in questi tre anni D’Agostino, voluto nel Consiglio del Salieri dal sindaco Lorenzetti, si sia trovato più volte a fare il Don Chisciotte contro i mulini a vento, non è un mistero. Che si sia trovato più volte, ancora, in disaccordo con la vecchia guardia del Consiglio, è altrettanto noto.
Ma non si spiega il perché delle sue dimissioni, ora, a pochi giorni dalla scadenza naturale del mandato (il 31 dicembre 2022), abbia voluto anticipare i tempi, quasi a voler sottolineare questo sua uscita a fine mandato come una sua scelta.
«Purtroppo, afferma D’Agostino, un nuovo importante impegno di volontariato mi sta occupando molto più tempo di quanto pensassi. Da qui la decisione di fare questa scelta, non a cuor leggero ma con senso di responsabilità».
Il riferimento è al suo nuovo incarico nella veste di presidente del Comitato provinciale dell’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia.
«C’e un tempo per l’inizio e uno per la fine delle cose. Io penso che dopo tre anni in cui mi sono impegnato per rispettare al meglio il mandato affidatomi dal sindaco, per il bene del Teatro e della Fondazione, sia giunto il momento di staccare.
E’ stata una bella esperienza in cui molto ho dato e molto ho ricevuto (non in termini economici in quanto il ruolo è completamente volontaristico), in termini culturali e umani. Ciò non toglie una certa delusione finale quando penso, egoisticamente, che qualcuno avrebbe, anche, potuto darmi una pacca sulla spalla, dicendomi: “grazie”».