Oltre 150 invitati, più di 80 imprenditori del Basso Veronese hanno partecipato al ristorante Pergola di Legnago, alla serata organizzata dall’europarlamentare Paolo Borchia, che a Bruxelles, per la Lega, fa parte del gruppo “Identità e Democrazia”, sul tema “Gas, idrogeno, rinnovabili: una visione europea per il futuro della Pianura Veronese”.
«Ho voluto quest’incontro per condividere alcune riflessioni sulla direzione che sta prendendo l’Europa sui temi legati all’energia e al clima, con una chiave di lettura proiettata sulle dinamiche ed opportunità della Pianura Veronese – sottolinea Borchia -. E devo dire che c’è stato grande interesse per gli argomenti trattati. A dimostrarlo, le numerose domande da parte del pubblico».
L’obiettivo dell’europarlamentare veronese, infatti, era di portare sul territorio gli aspetti legati alla Transizione energetica che interesseranno direttamente imprese, amministrazioni comunali, famiglie. Toccando norme e progetti che vanno dal fotovoltaico alle comunità energetiche, all’idrogeno.
Con Legnago che, recentemente, ha proprio lanciato un progetto di comunità energetica che punta ad utilizzare parcheggi e tetti delle aziende della zona industriale di S. Pietro di Legnago per un impianto diffuso di pannelli fotovoltaici.
«Ho iniziato la serata con una panoramica generale analizzandone tanto le contraddizioni quanto le opportunità che la transizione energetica può costituire per le imprese – chiarisce Borchia -. E spiegando gli ambiziosi obiettivi stabiliti dall’Europa sui temi del risparmio energetico e della sostenibilità che a mio modo di vedere rischiano di creare dei problemi, soprattutto sul fronte della competitività, per le aziende del territorio.
L’Ue, infatti, ha fissato degli obiettivi molto ambiziosi sul tema dell’inquinamento da Co2, puntando al limite del 9% di emissioni al 2030, ma questo vuol dire per le nostre imprese dotarsi di tutta una serie di attrezzature e di passaggi nella produzione per arrivare a rispettare quei valori. È chiaro che questo comporterà maggiori costi, che si rifletteranno sui prezzi dei prodotti delle nostre aziende, e quindi sulla loro competitività concorrenziale, per esempio nei confronti di India e Cina, che sicuramente quei limiti non rispetteranno».
All’incontro hanno preso parte diversi imprenditori ma anche amministratori locali, come i sindaci di Legnago, Graziano Lorenzetti, di Concamarise, Cristiano Zuliani, di Grezzana, Arturo Alberti, il vicesindaco di San Giovanni Lupatoto, Matteo Stoppato.
Due gli interventi di particolare rilievo durante l’incontro: Il primo di Bruno Giordano, imprenditore Legnaghese e vicepresidente di ANIE, l’Associazione nazionale delle imprese elettroniche ed elettrotecniche italiane, le cui riflessioni si sono soffermate sul consumo del suolo, sull’aumento delle temperature e sulla necessità di migliorare i processi di economia circolare. Il secondo di Emanuele Castioni, che partendo da una start-up ha creato un’impresa virtuosa in un settore, quello dell’idrogeno, che sarà fondamentale nel raggiungimento degli obiettivi posti dall’agenda europea.
«La sua testimonianza è stata un’importante riflessione sull’idrogeno come tecnologia per il futuro che in Italia è già arrivata ad un buon grado di maturazione – riprende Borchia -. E questa può essere una grande opportunità per le imprese del territorio, partendo per esempio dal termo-meccanico dove per esempio la Ferroli di San Bonifacio ha da poco presentato una caldaia alimentata ad idrogeno».
«Ma è tutto il tema della necessità, in questo momento storico, di trovare nuove forme d’approvvigionamento d’energia che può creare importanti opportunità anche per le imprese del Basso Veronese – continua l’europarlamentare -. A partire dal fotovoltaico che secondo me va installato sui tetti di tutte le aziende, e qui dobbiamo sburocratizzare i permessi per fare questi impianti. E poi ci sono gli spazi pubblici da poter utilizzare, penso per esempio alle aree all’interno di grandi rotonde stradali, spesso abbandonate».
L’altro fronte aperto per lo sfruttamento del fotovoltaico è quello in agricoltura, ed anche qui il Basso Veronese, zona di grandi estensioni coltivate, può giocare un ruolo importante in quello che è stato chiamato “Agrivoltaico”.
«La discussione sull’Agrivoltaico è aperta ed ha a che fare con la salvaguardia di terreni vocati a coltivazioni di eccellenza – spiega Borchia -. Come europarlamentare, ho sostenuto il 15 no- vembre nella Commissione per l’Industria, la ricerca e l’energia (Itre) dell’Unione Europea l’approvazione di un emendamento per aprire alla vendita di elettricità generata da fonti rinnovabili in agricoltura. Un passaggio fondamentale per rendere sempre più autonome dal punto di vista energetico e ancor più sostenibili le imprese agricole. Ora, quell’emendamento andrà nei prossimi giorni in discussione nella Commissione plenaria dell’Unione Europa e sarà fondamentale per ottenere una formulazione che permetterebbe agli agricoltori di superare il vincolo della soglia massima di produzione di energia, ad oggi limitata all’autoconsumo del fabbisogno interno. È, infatti, necessario rafforzare il loro ruolo nella produzione di energia rinnovabile al fine di incentivare nuovi investimenti».
«Tutto questo, infatti, deve guardare ad una sola direzione: quella di rendere il Paese il meno dipendente possibile da fonti energetiche esterne. Siamo la seconda manifattura d’Europa dopo la Germania ed è assurdo che quest’industria sia dipendente dal gas e dal petrolio che importiamo dall’estero – conclude Borchia -. Ho detto chiaramente, nell’incontro di Legnago, che non credo affatto che l’Italia potrà, grazie alla Transizione energetica, diventare autonoma su questo fronte. Ma è chiaro che tutti, però, dobbiamo fare la nostra parte per valorizzare al massimo quel mix di fonti energetiche interne, dal fotovoltaico all’eolico, dall’idrogeno alle biomasse, che ci possono rendere il meno dipendenti possibili».
I dubbi di Borchia sul Price cap.
Infine l’europarlamentare, coordinatore Id in commissione Energia al Parlamento Europeo, interviene anche nel tema attuale di price cap: «Il raggiungimento di un price cap è sicuramente un segnale incoraggiante ma, al di là di facili entusiasmi, permangono ancora numerose criticità che non possono e non devono essere trascurate.
Va considerato infatti che il mercato TTF (è l’acronimo di Title Transfer Facility, ed è il mercato all’ingrosso del gas naturale. Ndr) perderà importanza a scapito degli accordi bilaterali. E che in caso di problemi di approvvigionamento, il price cap non si applicherà, così saremo punto a capo.
Ancora una volta l’Ue, che con la Commissione di Ursula von der Leyen aveva promosso una proposta di price cap irrealizzabile e a tratti ridicola, dimostra di avere tempi di reazione alle crisi eccessivamente lunghi, decisamente insufficienti rispetto alle esigenze di cittadini e imprese.
Il price cap da solo però non basta, per affrontare questa sfida servirebbe, come chiede Identità e Democrazia da tempo, un allentamento delle politiche sul clima, pensate per un mondo pre-Covid, pre-guerra in Ucraina e pre-crisi energetica, mentre siamo di fronte persino a un inasprimento dell’origine del problema, come confermano i nuovi target sulla Co2. Infine, permangono grossi dubbi, alla luce delle recenti cronache legate a Qatargate e relazioni bilaterali Ue-Doha, sull’affidabilità delle forniture di Gnl (gas naturale liquefatto) dal Qatar, mesi fa venduta da qualcuno come panacea di tutti i mali. La strada è ancora in salita”.
Chi è Paolo Borchia
Paolo Borchia, 42 anni, sposato, 1 figlio, è laureato in Scienze Politiche all’Università degli studi di Padova. Abita a Bussolengo e, prima di entrare in politica, ha lavorato nell’azienda di famiglia, nel settore del marmo.
Nel 2010 entra al Parlamento europeo di Bruxelles come capo della segreteria dell’attuale presidente della Camera, Lorenzo Fontana. Con le elezioni del 2019 diventa deputato al Parlamento europeo, eletto con oltre 37mila preferenze ed entra nel gruppo Identità e Democrazia. Da domenica 18 dicembre 2022 è il nuovo segretario provinciale della Lega di Verona.
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