Mercoledi mattina, presso la Sala delle Ceramiche del Museo Fioroni, il presidente della Fondazione Luigi Tin e il direttore Federico Melotto hanno presentato in conferenza stampa, assieme al sindaco Graziano Lorenzetti, due documenti storici che andranno ad arricchire le collezioni del Museo.
A confermare l’importanza delle due nuove acquisizione erano presenti tra il pubblico ancheuna rappresentanza delle istituzioni con i consiglieri comunali Riccardo Shaine e Nadia Zanini, del presidente di Sive Roberto Donà e del presidente della Pro Loco Cesare Canoso.

Il primo documento è un libretto d’opera, risalente al 1781, realizzato per la messa in scena a Reggio Emilia della “Scuola de’ Gelosi“, dramma giocoso in due atti di Antonio Salieri. La rappresentazione era dedicata alla contessa Maria Teresa d’Este.
Il direttore della Fondazione Fioroni ha sottolineato come i libretti d’opera, non essendo prodotti tipografici di pregio, spesso andassero perduti e che quindi l’aver potuto acquisire una copia integra rappresenti un fatto notevole. «Altri esemplari di questo libretto si trovano nella Biblioteca nazionale centrale di Roma, nella Biblioteca nazionale centrale di Firenze e nella Biblioteca di Monaco di Baviera, Il fatto che adesso sia anche nel nostro Museo della Fondazione Fioroni ci mette idealmente in collegamento con i più prestigiosi istituti di cultura europei».

Il secondo acquisto è una stampa francese a colori del 1830 che raffigura la Battaglia di Marengo del 1800, scontro decisivo della seconda campagna di Napeoleone in Italia che portò alla sconfitta dell’esercito austriaco con la firma nel 1801 del trattato di pace di Lunéville, che fissò il confine tra Francia e Austria sul fiume Adige.

«Il nostro obiettivo è sempre il medesimo», – ha concluso il presidente Tin – Lo sviluppo del museo e la sua crescita culturale al servizio del territorio. Un obiettivo che passa attraverso due direttrici: la prima nel continuo reperimento di testimonianze e oggetti storici,come nel caso di questi ultimi due “tesori”, l’altra, nel lavorare per rendere l’edificio che ospita il museo sempre più accogliente e accattivante oltre che culturalmente anche nella disposizione interna degli arredi e dei reperti».