In occasione del centenario della Bauli, che festeggia un secolo esatto dalla creazione del primo Pandoro, l’azienda alimentare veronese di prodotti da forno accoglie e divulga la poesia “Le donne pandoro”, opera dell’autrice veronese nata a Castrignano del Capo, nella provincia di Lecce ma che vive a Erbè, Agata De Nuccio.

«Era notte fonda – racconta la poetessa – quando ho pensato a queste parole; tutto è nato da un sorriso colmo di stanchezza e luce, tanta luce.
Mi sono immaginata bambina, ho pensato alle donne che lavorano come guerriere, instancabili decise e tenere. Con immenso orgoglio e soddisfazione presento questa poesia, presa in custodia da una grande azienda conosciuta in tutto il mondo. Celebrare i 100 anni della Bauli con i miei versi è un dono di inestimabile valore.
Ringrazio Pietro Vanessi per aver aver realizzato l’illustrazione, dolce come una fetta di pandoro. Nobiltà operaia, donne oltre le convenzioni capaci di sognare in grande. Lo meritano, lo meritiamo. È solo l’inizio di questa splendida avventura. La poesia, anima e cuore del mio cuore».

«La poesia è nata dopo una notte di lavoro alla Bauli a Verona, dove lavoro – racconta ancora Agata. La campagna natalizia inizia a settembre e termina a dicembre.
Il mio rapporto di lavoro con questa azienda è iniziato quattro anni fa, dopo aver perso il mio lavoro, un lavoro che mai avrei pensato di fare mi ha ridato la dignità.
A 50 anni è difficile ricollocarsi nel mondo lavorativo. Io lavoravo in una comunità di pazienti psichiatrici: un lavoro fatto di tanta umanità.
Sono stati anni difficili per me. Poi mi sono rimboccata le maniche e ho unito il lavoro alla mia poesia, alla bellezza della nobiltà operaia. È nato questo sogno; a febbraio ho scritto una mail e sono passati mesi senza ricevere una risposta. A maggio mi è arrivata una mail e sono rimasta sorpresa per l’attenzione riservata ai miei versi.
“Le Donne Pandoro” è un omaggio a tutte le donne che attraverso il loro lavoro hanno reso grande questa azienda. I sogni sono come un soffice pandoro lievitano e sanno di buono, di Pace».

La poesia è stata donata a tutte le dipendenti Bauli a inizio campagna l’undici agosto.qq
«Ho voluto omaggiare la nobiltà operaia, marcando il gesto di Michele Bauli che ha voluto unire profitto e dono, prendendo in considerazione una poesia scritta da una sua dipendente» – conclude la pluripremiata poetessa e scrittrice di “Numero 38”, “Le conchiglie di Ciprea”, “Lievito madre” e “Il tempo necessario”, Agata De Nuccio.

Cento anni dall’intuizione di Ruggero Bauli, migrante in Argentina negli anni della grande emigrazione italiana, che tornò in Italia e diede inizio, dallo scantinato della sua abitazione, alla grande storia del dolce famoso in tutto il mondo.
La storia di Ruggero Bauli sarà presente al MEI, Museo delle Emigrazioni Italiane a Genova.

Qui di seguito, la poesia “Le donne pandoro”.

Nel silenzio secolare lievita lentamente
e con dolcezza dalle soffici punte
il Pandoro diventa una stella.
Prima chicco di grano poi farina,
mani di fata ha deciso di mettere
burro e vaniglia e zucchero a velo,
mi raccomando!
Deve diventare buono come il cielo.

Le voci femminili si diffondono leggere
come un velo da sposa pieno di promesse
la memoria e quella della neve,
notti infiniti e mani laboriose.
Così nasce il PanDolce.

Una trama di luce filtra dalla fitta,
zucchero di nuvola piove sui vestiti,
intorno alla tavola i bambini
bucano le scatole del Pandoro all’altezza degli occhi,
guerrieri senza paura giocano gioiosi,
promettono di fare i bravi
sono l’unica speranza.
Fuori nevica, tutto tace, è ancora infanzia.
La Pace non tarderà ad arrivare.

Agata de Nuccio