Una lista di richieste rivolta a Regione Veneto, Ulss 9 ma anche al Governo per far fronte alla carenza di medici di Medicina Generale nei 25 Comuni facenti parte del Distretto 3 dell’Ulss 9: Angiari, Bevilacqua, Bonavigo, Boschi Sant’Anna, Bovolone, Casaleone, Castagnaro, Cerea, Concamarise, Gazzo Veronese, Isola Rizza, Legnago, Minerbe, Nogara, Oppeano, Palù, Ronco all’Adige, Roverchiara, Salizzole, Sanguinetto, San Pietro di Morubio, Sorgà, Terrazzo, Villa Bartolomea, Zevio

Questo quanto emerso ieri mattina in Sala Consiliare nel corso della riunione del Comitato dei Sindaci del Distretto 3 della Pianura veronese, presieduto da Flavio Pasini, dove la mancanza di medici di famiglia sul territorio causa pensionamenti e trasferimenti era uno dei punti all’ordine del giorno.

All’incontro erano presenti tutti i rappresentanti delle 25 Amministrazioni locali, il Direttore Generale dell’Ulss Pietro Girardi e alcuni medici di base che hanno raccontato le loro esperienze in questa fase emergenziale e avanzato proposte.

«Oggi siamo tutti riuniti per trovare una soluzione comune a un problema che sta impattando sulla salute dei cittadini, – ha esordito il sindaco di Nogara Pasini, nonchè presidente del Comitato – Chiediamo il massimo supporto da parte dei medici di base e un dialogo stretto e continuo con l’Ulss 9. Perché solo facendo squadra si può uscire da questa situazione di impasse».

«Alcuni Comuni soffrono da tempo, altri stanno entrando in questo calvario ora, – ha continuato Pasini – L’Ulss 9 ha carenza di medici soprattutto nel Distretto 3, per questo ne parliamo per primi.
Nel 2021 ben 97 medici sono andati in pensione per raggiunta età (obbligo di pensionamento compiuti i 70 anni, ndr). Solo 86 sono stati reintegrati. Nel primo semestre 2022, su 67 in pensione, solo 53 sono stati sostituiti. Ci sono poi altri fattori che non aiutano: il numero chiuso in ambito universitario che sta impattando sul problema della scarsità di medici e la burocrazia eccessiva, che occupa l’80% del lavoro di un medico, rallentandone il servizio. In ospedale mancano i medici e il cittadino che si reca in ambulatorio e non trova un interlocutore si rivolge al pronto soccorso, contribuendo ad intasarlo».

Il Comitato ha quindi presentato una serie di proposte:
– Allargamento della base pazienti per medico da 1.200 a 1.800-2.000. (Al momento solo il 20% dei medici ha accettato la proposta, come ha specificato Pasini).
– Ai medici di base che non vogliono aumentare la base pazienti si chiede di tenere aperto l’ambulatorio diurno
– Alla Regione si chiede lo snellimento delle pratiche (meno burocrazia) e ammodernamento del sistema informatico, con programmi gestionali adeguati e al passo con i tempi.
– All’Ulss 9 si chiede maggiore informazione, un interlocutore fisico per il cittadino e non una segreteria telefonica.
– Sempre all’Ulss 9 si chiede la creazione di un servizio di ambulatorio diurno tramite guardia medica, a cui si può rivolgere l’utente privo di medico.
– Al Governo si chiede di togliere il numero chiuso alla Facoltà di Medicina.

«E’ difficile andare contro i muri di gomma, – ha concluso Pasini, soprattutto riferendosi al Governo – però noi siamo la base e dalla base partono le proteste. Quanto noi sindaci, chiedo di restare più uniti. Perché è un problema di tutti. Il gioco di squadra deve esserci. Ulss 9, Sindaci, Regione e medici di base devono diventare un’unica famiglia per vincere questa battaglia. Questa è la preghiera che faccio».

«Quello che è disarmante è la totale assenza di Roma – ha tuonato il sindaco Graziano Lorenzetti, sollevando un ulteriore problema – Manca l’interlocutore principale: la parte governativa. Sono 15 anni che sul piano sanitario c’è una programmazione sbagliata. Se non cambiano certe criticità a livello centrale penso che difficilmente risolveremo la questione. Perché la possibilità di mantenere i medici sul territorio è inevitabilmente parte di una programmazione. Ricordo che per formare un medico ci vogliono dai 6 ai 12 anni. Spiace poi constatare che a Legnago, a differenza di altri paesi come Cerea, non ci sia una medicina di gruppo, ma con il Sindaco non c’è nessun tipo di interlocuzione collegiale da parte dei medici . Questa cosa verrà superata in futuro dalle Case di comunità. Ma per ora, ripeto, manca l’interlocutore».

«Confermo la totale assenza del Governo su questo fronte, – ha rimarcato il sindaco di Bovolone Orfeo Pozzani – Dopo la chiusura del punto di primo intervento nella nostra città, abbiamo scritto tre volte al Ministro della Salute Roberto Speranza senza mai aver ricevuto risposta».

Dal canto suo, Pietro Girardi, direttore Generale Ulss 9, ha risposto che – «la situazione è difficile e lo sarà per un anno e mezzo circa. Il Distretto 3 è quello più in sofferenza della Provincia con l’1,8% degli assistiti privi di medico di medicina generale. Nel Distretto abbiamo in previsione da qui alla fine del 2023 una ventina di pensionamenti. I medici di base in formazione possono avere un numero di pazienti in specialità. Il progetto della continuità assistenziale verrà fatta con ambulatori diurni. Sarà una soluzione transitoria che si sovrapporrà alla riforma in arrivo. Scompariranno le medicine di gruppo integrate e gli ambiti territoriali. Una delle grosse criticità che dovremo superare è la comunicazione all’assistito. Quando il medico non ci sarà più dovremo fare in modo di preservare l’assistenza primaria in prossimità con la guardia medica. Cercheremo di tutelare le persone che hanno una maggior fragilità, a cui verrà assegnato un medico d’ufficio mentre per gli altri verrà assicurata la continuità assistenziale».