Premessa.
Tra gli ordini del giorno del Consiglio comunale di giovedì 19 maggio vi era la surroga del consigliere Renato Defendini e l’ingresso a Palazzo de’ Stefani di Luigina Zappon. Tutto è iniziato da qui.

Atto 1 – Il nuovo consigliere.
Luigina Zappon, l’esponente del Partito Democratico e vedova dell’ex vicesindaco Claudio Marconi, è approdata sui banchi della minoranza in Consiglio comunale subentrando a Renato Defendini il consigliere di “Per una città in comune” che si è dimesso nelle settimane scorse per potersi dedicare alla sua famiglia.
La 65enne psicologa e psicoterapeuta, che nel 2019 si era candidata per l’assemblea di Palazzo de’ Stefani proprio nella lista di Defendini a supporto dell’ex sindaco Silvio Gandini, ha potuto fare il suo ingresso in Consiglio, dopo la rinuncia al seggio di Maria Angela Bonomo e Cristina Bisin, rispettivamente prima e seconda dei non eletti nella civica del suo gruppo.
«Mai avrei pensato di trovarmi un giorno su questi banchi del Consiglio, io che lo seguivo seduta dalla parte del pubblico» – ha ricordato la consigliere Luigina Zappon appena insediata – Continuerò a portare avanti l’impegno politico e gli ideali condivisi con mio marito Claudio per il bene della nostra comunità».

Atto 2 – Il sindaco Lorenzetti si ricandida.
Non poteva il sindaco Graziano Lorenzetti non approfittarne del piatto ghiotto che, con l’entrata in Consiglio dell’esponente del PD, gli veniva offerto, per entrare a gamba tesa sugli esponenti di minoranza di Legnago Futura e in particolare su Diego Porfido, suo bersaglio preferito: «E’ evidente, – ha esordito affondando i tacchetti – che dopo questa scelta, la sinistra ha scelto di puntare su Luigina Zappon come prossimo candidato sindaco. Mi dispiace per voi, perché ancora una volta non hanno voluto puntare su di voi». Rivolgendo poi l’invito allo stesso Porfido a candidarsi e poterlo così sfidare nella prossima corsa elettorale.
Non aspettava altro il leader dei Futuristi, per lanciare uno dei suoi anatemi: «Se così fosse, se lei conferma già ora di ricandidarsi – ha replicato Porfido – immagino i legnaghesi in questo momento, con le bottiglie in mano già stappate, pronti per festeggiare anticipatamente la sua sconfitta e la liberazione dalla sua presenza da Palazzo de’ Stefani».

Atto 3 – L’out out di Danieli a Tebon.
Ma la serata già calda si preannunciava ancora più rovente quando a scatenare l’ennesima guerriglia verbale, tra il superconsigliere Simone Tebon e il vicesindaco Roberto Danieli, arrivava dal richiamo del presidente Paolo Longhi, a mantenere tutti un comportamento consono alla carica istituzionale rappresentata, dentro e fuori il Palazzo, con particolare riferimento all’utilizzo dei social. È stato come accendere un fiammifero nella cisterna di una petroliera.
«La misura è colma, – ha intimato l’assessore ai Lavori pubblici Danieli puntando il dito verso il defenestrato Tebon – posso accettare le critiche professionali ma non le offese personali che continuamente ricevo nei suoi commenti social. Perciò,da oggi, sono pronto a tutelare la mia immagine professionale, personale e famigliare passando alle azioni legali, qualora si rivelasse necessario. E ogni volta che questo succederà gli risponderò pubblicamente in questa aula perché questo è il luogo del confronto, e non sui social».
Tebon dal canto suo, che non si aspettava l’attacco, ha invertito le accuse sostenendo di essere lui la vera vittima, sotto attacco per essersi rifiutato di essere il yes man del sindaco quando era in maggioranza, prima di esserne allontanato per mano degli esperti del salto della quaglia».

Poi, è iniziato il vero Consiglio comunale, e qualcuno ha tirato fuori il cuscino.

 

Foto: da sinistra, il consigliere di Legnago Futura Diego Porfido; il consigliere di  Per una città in comune Luigina Zappon e il sindaco di Legnago Graziano Lorenzetti.