Una morte misteriosa sarà il preludio a un viaggio attraverso le terre e le acque venete dal 1792, alla ricerca di risposte e collegamenti su movente e mandanti di un presunto omicidio.
Una storia che si svolge negli ultimi anni di vita della millenaria Repubblica Serenissima, e per certi versi volutamente dimenticata e poco conosciuta, la fine di un modo di vivere e di essere.
“Venezia 1797 – Oltre la fine di un mondo” il nuovo romanzo storico di Alessandro Dissera Bragadin sarà presentato domani, domenica 20 febbraio, alle ore 17.00 presso il Centro Ambientale Archeologico Museo Civico di via E.Fermi,10 a Legnago.
A dialogare con l’autore sarà Federico Melotto, direttore della Fondazione Fioroni organizzatrice dell’evento
Ingresso libero, consentito alla persone munite di Green Pass Rafforzato.
Per informazioni: 0442 20052 – museo@fondazione-fioroni.it
Corfù 1792, base veneziana nel mar Ionio. Una morte misteriosa sarà il preludio a un viaggio attraverso le terre e le acque venete, alla ricerca di risposte e collegamenti su movente e mandanti del presunto omicidio. Si tratta della quiete prima della tempesta, gli avvenimenti precipiteranno e si susseguiranno, in un vortice di vicende concatenate fra loro, coinvolgendo i protagonisti in una intricata vicenda che li porterà a Venezia, Verona, nelle coste Dalmate e Albanesi, in Cadore, fra i terribili pirati di Dulcigno e a navigare l’Egeo fino ai Dardanelli e Costantinopoli.
Una storia per certi versi volutamente dimenticata e poco conosciuta, la fine di un modo di vivere e di essere. Il mondo dorato della Venezia settecentesca e l’incombenza della rivoluzione francese, che farà precipitare nel baratro uno stato neutrale e disarmato come quello veneto, faranno da sfondo a un amore complicato e a una profonda amicizia, in una vicenda di civiltà e appartenenza, attraverso gli ultimi anni di vita della millenaria Repubblica Serenissima.
Foto: a sinistra, l’autore Alessandro Dissera Bragadin; a centro, la cover del romanzo storico “Venezia 1797 – Oltre la fine di un mondo”, a destra Federico Melotto, direttore della Fondazione Fioroni.