Il Comitato interministeriale per la programmazione economica e lo sviluppo sostenibile (Cipess) ha assegnato 6,3 miliardi di euro del Fondo Sviluppo e Coesione per investimenti su strade, ferrovie e infrastrutture idriche complementari e addizionali al Pnrr.
Di questi, 65 milioni saranno destinati alla realizzazione del primo stralcio funzionale della SR 10 Padana Inferiore da Carceri a Borgo Veneto nel padovano e 27 milioni per la variante Grezzanella alla SR 62 Della Cisa.
«La SR 10 e la Grezzanella – sottolinea la vicepresidente della Regione Veneto Elisa De Berti – sono due arterie di collegamento strategiche tra aree territoriali importanti della nostra regione. Con questa conferma di finanziamento da parte del Cipess di 92 milioni di euro abbiamo raggiunto un importante traguardo.
Avevamo fatto una promessa ai cittadini e ora questa promessa è stata mantenuta. Il risultato ottenuto con questa dotazione finanziaria assegnata al Veneto è frutto del lavoro e l’impegno di anni, d’intesa con il Ministero delle Infrastrutture e Mobilità Sostenibili».
Ora la delibera approvata dal Comitato interministeriale per la programmazione economica e lo sviluppo sostenibile sarà bollinata dalla Corte dei Conti. Non appena le risorse arriveranno alla Regione Veneto, si avvieranno le procedure burocratiche per la gara d’appalto.
«Due infrastrutture strategiche, che solo la determinazione della Regione Veneto è riuscita a portare a casa», ha commentato il presidente Luca Zaia. «È stato fatto un grande lavoro, che garantisce 92 milioni di finanziamenti. Ora avanti tutta con le procedure per la gara d’appalto».
Una scelta, quella della Regione Veneto portata avanti dalla vicepresidente Elisa De Berti che ha fatto infuriare il senatore del Pd scaligero Vincenzo D’Arienzo: «Come in passato, quando arrivano finanziamenti statali, la Regione li dirotta altrove. La vicenda della variante alla Strada Statale 10 Padana Inferiore è solo l’ultima evidenza.
Una strada di collegamento fondamentale per la Pianura Veronese che in prospettiva favorirebbe, innanzitutto, il collegamento di quel territorio con l’autostrada A31 Valdastico Sud ed anche quello con la A13 Padova-Bologna – dichiara D’Arienzo -. Su questa variante, prevista da San Vito di Legnago fino al Comune di Carceri, in provincia di Padova, è noto il tempo perso, a partire dal tentativo di trasformarla in una strada a pedaggio affidata in concessione. A quel clamoroso fallimento, ne è seguito un altro, ancora più rumoroso: la restituzione della strada ad Anas, attraverso il Piano Rientro Strade voluto dall’allora Ministro Delrio».
«Quello – continua D’Arienzo – è stato il fallimento della pretesa federalista della Lega che a causa di questo ha ritardato anche la stessa riconsegna. Intanto, un anno fa è stato assegnato da Veneto Strade l’appalto di gara per l’affidamento della progettazione definitiva ed esecutiva del tratto della variante. L’ipotesi progettuale prevede che si proceda per stralci.
Per il Basso Veronese era importante capire il punto di partenza, ovvero, da Legnago o da Carceri nel padovano? Ora si è capito: Venezia ha deciso che si parte dal padovano, confermando che la Regione privilegia prima altri territori e solo dopo anni pensa a Verona».