Il sindaco di Legnago Graziano Lorenzetti non ci sta nel constatare la difficile situazione dell’ospedale cittadino Mater Salutis in grave difficoltà gestionale dovuta all’alto numero di pazienti Covid che la struttura sta ricevendo da tutto il territorio a causa di una scorretta ripartizione dei pazienti Covid tra le varie strutture ospedaliere della provincia.

«Essendo un tecnico, per me i numeri sono importanti. E in questo momento i numeri non sono proporzionati, non tornano.
Chiedo a Ulss 9 e AOUI (Azienda Ospedaliera Universitaria Integrata Verona), perché abbiamo circa un terzo di pazienti Covid della Provincia ricoverati a Legnago, quando il nostro distretto (il Distretto 3) è circa un settimo degli abitanti della provincia.
Non mi tornano i numeri dell’Azienda Ospedaliera e chiedo ai consiglieri regionali di maggioranza di verificare se viene ottemperata la direttiva regionale 552 del 2020 che prevede una ripartizione specifica a livello provinciale».

«Un’altra anomalia – incalzare ancora Lorenzetti – è il servizio di Pronto Intervento 118 che dovrebbe essere di competenza dell’Azienda ospedaliera di Verona e di conseguenza dovrebbe indirizzare gli utenti nei vari ospedali in base ai bacini di appartenenza ma operando sul territorio di competenza dell’Ulss 9, si capisce che da lì partono le indicazioni a dove portare i pazienti Covid e in quali strutture ospedaliere.
Ecco, chiedo ai consiglieri di accertare anche questa situazione».

«Se i numeri non tornano c’è una persona alla quale mi sento di chiedere chiarimenti e cioè al Direttore Generale dell’Ulss 9 Pietro Girardi – spiega il sindaco – mi pare ci sia un’anomalia sulla ripartizione tra i vari ospedali: nonostante le direttive regionali abbiano indicato Villafranca come riferimento per il Covid, di fatto questo compito lo sta assolvendo l’ospedale di Legnago, con tutte le problematiche ad esso connesse, essendo una struttura periferica che dà una risposta ospedaliera a 150 mila abitanti su un raggio di 30 km e quindi lontana dalle altre strutture presenti nel territorio».

Con il risultato che l’accoglienza di pazienti Covid superiore alla capacità della struttura sta bloccando quasi totalmente le attività sanitarie necessarie.

«Chiedo al Direttore Generale perché non c’è una corretta ripartizione dei pazienti Covid in provincia. Villafranca non mi sembra stia assolvendo al suo compito e San Bonifacio viene toccato marginalmente dalla situazione Covid.
Inutile sottolineare che queste situazioni portano a uno stress generale del personale sanitario, che mi sento di ringraziare perché sta operando al di là del proprio dovere da due anni.
Non mi sembra il caso di caricare ulteriormente e costantemente la struttura di Legnago.
Una corretta ripartizione porterebbe benefici a medici, infermieri e operatori, considerato che molti di loro da lungo tempo non riescono ad avere turnazione sui riposi.
Ringrazio tutto il personale sanitario per il lavoro che da due anni sta assolvendo, augurando loro buon anno nella speranza che la situazione vada migliorando».


Nella tabella elaborata dall’Azienda Ulss 9 e datata 4 gennaio 2022, si evidenzia l’elevato numero di pazienti Covid ricoverati al Mater Salutis rispetto alle altre strutture ospedaliere della Provincia, in particolare negli ospedali dell’Azienda Ospedaliera Borgo Trento e Borgo Roma, che a differenza di quanto accade a Padova e del bacino di utenza che serve un territorio di 300 mila abitanti contro i 150 mila dell’ospedale di Legnago, appare evidentemente disimpegnata.