Massimo Castellani, l’ex leader provinciale della Cisl, 65 anni a dicembre, è stato eletto sabato 20 novembre al congresso in sala Civica al Palazzo di Vetro, segretario del circolo legnaghese del Partito Democratico.

Con lui è stato rinnovato anche il direttivo del partito, composto ora da Alberto Belluzzo, Giuliana Bologna, Marco Caregaro, Martina Danieli, Giuliana Faccini, Giorgio Colturato, Alberto Lanza, Camelia Onica e Luca Quinzan.

Castellani, subentra a Gianfranco Falduto che alla guida del circolo per un quadriennio ha dovuto fare i conti con le difficoltà incontrate dalla Giunta Scapin, e con la successiva sconfitta elettorale al primo turno nelle Comunali del 2019.

Tutto iniziò quattro anni fa.
«Quelli della mia segreteria al circolo PD, intitolato ora a Claudio Marconi, sono stati quattro anni intensi e ricchi di avvenimenti interni ed esterni al partito che hanno condizionato e caratterizzato la nostra presenza politica sul territorio» – inizia così Gianfranco Falduto, 67 anni ex coordinatore del circolo legnaghese, a raccontare la sua verità sui fatti che hanno portato alla candidatura di Massimo Castellani.

«Quando ho assunto l’incarico di segretario, c’era ancora l’eco delle vittorie esaltanti degli anni immediatamente precedenti, quelli del primo periodo della segreteria Renzi, quando ottenemmo alle europee del 2014 il 37,5% in Veneto e vincemmo alla grande le elezioni cittadine a Legnago, doppiando i voti della Lega che amministrava la città».

Di lì a poco la situazione politica cambiò.
«La crisi del Partito Democratico partì dal centro e si diffuse anche a livello locale, conclamata dalla sconfitta alle elezioni politiche del marzo 2018, quando il gruppo parlamentare del PD alla Camera vide dimezzata la propria composizione.
Un vento contrario che abbiamo sentito forte anche qui a Legnago. Ricordo che c’era una situazione difficilissima, e dobbiamo ancora oggi ringraziare Silvio Gandini che accettò di candidarsi per garantire una presenza qualificata del PD nel collegio uninominale della Camera.
In quell’occasione non ne uscì sconfitto solo il Partito Democratico, ma tutto il territorio legnaghese, nel momento in cui la Lega decise di utilizzare il proprio crescente consenso non per dare rappresentanza al territorio ma piuttosto per saldare i conti con gli alleati facendo eleggere alla Camera dei Deputati un personaggio politico di Padova». – il riferimento è a Piergiorgio Cortelazzo di Este, Padova; esponente di Forza Italia – «Che, nei fatti, non ha mai assicurato rappresentanza politica al nostro territorio».

«La stessa cosa si ripeterà due anni dopo quando, alle elezioni suppletive per il Senato nel collegio uninominale di Legnago, viene eletto un esponente politico di Belluno» – si tratta di Luca De Carlo di Calalzo di Cadore, Belluno; esponente di Fratelli d’Italia.

«E per finire la sconfitta alle elezioni comunali del 2019 e l’uscita del PD dall’Amministrazione cittadina. Probabilmente fu un errore non presentare una lista con il simbolo del PD, ma fu una decisione che il direttivo del Circolo prese a larga maggioranza, peraltro in dissonanza con la segreteria Provinciale che voleva invece liste PD in tutti i grandi comuni della provincia.
Certamente non si sarebbe cambiato l’esito delle elezioni, ma avremmo potuto avere una presenza diretta del Partito Democratico in Consiglio comunale ed una maggiore visibilità politica in città».

La conseguenza di tutto questo.
«Legnago e il suo territorio non hanno una rappresentanza politica adeguata e capace di fare valere le esigenze e le necessità dei suoi abitanti e del suo sistema economico e produttivo.
Il risultato è sotto gli occhi di tutti, basta guardare il nostro Ospedale, un tempo vanto della Città e centro d’eccellenza della sanità veneta e adesso in lento e continuo decadimento, oppure il sistema delle infrastrutture di mobilità, stradali e ferroviarie, vetuste ed inadeguate alle necessità del territorio. Ed il rischio è che non verranno utilizzate efficacemente le risorse del PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza)».

«Certo, non tutto è imputabile alle condizioni esterne, anche noi democratici ci abbiamo messo del nostro: discussioni infinite, contrasti interni e scissioni, prima fra tutte quella dei “dissidenti” nella scorsa Giunta comunale, hanno creato incertezza tra i nostri sostenitori ed offuscato le tante cose buone che l’Amministrazione di Clara Scapin aveva realizzato».

La pandemia ha costretto alla chiusura il Circolo per oltre un anno e mezzo.
«Adesso la situazione sta nuovamente mutando: si intravede la ripresa economica, c’è più fiducia tra la gente e i risultati delle ultime elezioni amministrative nelle grandi città confermano la fiducia ritrovata degli elettori verso il Partito Democratico».

«Il Partito Democratico legnaghese deve ricompattarsi e rilanciare l’azione politica sul territorio, ma perché questo possa avvenire era necessario che alla guida del Circolo arrivasse una persona nuova, estranea ai vecchi schemi e alle polemiche di questi ultimi anni, ma capace di iniziativa politica e del carisma necessario per rilanciare il PD come punto di aggregazione dell’area di centrosinistra, per contrastare con efficacia lo strapotere leghista in città e l’attuale Amministrazione comunale»

La scelta.
«Questa è la ragione per cui non ho riproposto la mia candidatura e ho deciso di sostenere quella di Massimo Castellani.
L’idea l’ho avuta alla fine dello scorso anno, quando Massimo, conclusa l’esperienza sindacale, prese la tessera del PD rendendosi disponibile a dare una mano per rilanciare il Circolo e la politica di centrosinistra a Legnago.
Da lì è partito un percorso per capire quanto consenso tra gli iscritti potesse avere questo progetto. Un percorso improntato alla massima trasparenza, fuori dalle vecchie dinamiche di appartenenze o amicizie, che ha portato poi al congresso e al voto unanime (da parte di chi era presente al congresso) per l’elezione di Massimo Castellani a nuovo Segretario del PD cittadino».

Le critiche.
«Malgrado tutto, e lo dico con tristezza, non sono mancate le critiche, riguardo a poca chiarezza e decisioni imposte. Si tratta però di critiche ingiuste ed immotivate. Tutto è stato fatto alla luce del sole, gli iscritti al PD di Legnago sono persone di grande maturità e soprattutto capaci di decidere in piena autonomia, e libere da ogni condizionamento.
Non nascondo che sono rimasto deluso dalla scelta di chi ha deciso di non partecipare al congresso, perché in tal modo ha rinunciato ad esporre le proprie ragioni in un confronto leale e costruttivo».

Tra dubbi, critiche ed entusiasmi inizia l’era di Massimo Castellani quale segretario del circolo legnaghese del Partito Democratico. Tra pochi giorni, il 10 dicembre sarà il suo 65esimo compleanno. Auguri.

Foto: a sinistra, Massimo Castellani, nuovo segretario del circolo legnaghese del Partito Democratico; a destra, Gianfranco Falduto, 67 anni ex coordinatore del circolo legnaghese.