Si chiama “Legnago nel Novecento, il secolo più ‘lungo’ della storia” il libro presentato oggi, sabato 13 novembre alle 16, a Legnago in una sala civica esaurita in ogni ordine di posti e con le persone fuori dalla porta, da Francesco Occhi, scrittore, ricercatore storico e direttore del Nuovo Giornale e da Claudio Bariani.
Un volume patrocinato dall’ArcheoClub di Legnago e dal Consorzio Pro loco del Basso Veronese, che racchiude cinque storie, cinque eccellenze imprenditoriali della Legnago a cavallo tra la fine del 1800 e la prima metà del secolo da poco concluso, raccontate attraverso immagini di quel periodo ed una attenta ricerca storica.
Un lavoro iniziato e voluto da Bariani è realizzato con l’aiuto di Occhi, per raccontare la Legnago che non c’è più e che ha visto il primo volume di questa potenziale collana editoriale trattare in maniera approfondita la storia dello Zuccherificio di Legnago, fiore all’occhiello della nostra economia e che vede, in questo secondo volume, presentata la storia di altre cinque grandi aziende chiuse da tempo.
«Lo Zuccherificio di Legnago è stato un esempio di ricchezza e vivacità economica ed industriale durata quasi un secolo e del quale oggi rimane solo un alto camino e dei grandi spazi riutilizzati per fortuna sapientemente a differenza di altre realtà di “archeologia industriale”, abbandonate ad un lento e inesorabile oblio», afferma l’autore Francesco Occhi.
«Dopo aver raccontato», aggiunge, «grazie anche al lavoro e alle testimonianze di ex dirigenti dello Zuccherificio la storia di questa grande realtà economica, percorrendo quasi un secolo di vita economica della Legnago a cavallo tra la fine del 1800 e i primi 70 anni del 1900, questo nuovo lavoro va a scandagliare la storia di altre realtà economiche; cinque aziende costituite da giovani imprenditori, pionieri intraprendenti ed illuminati che hanno voluto mettersi in gioco nel periodo chiamato ‘Rivoluzione industriale’».
Così questo nuovo libro racconta la vita di cinque eccellenze che hanno dato lustro e prestigio alla società di quegli anni e all’economia del territorio; cinque aziende oggi non più presenti nel tessuto sociale, ma che hanno rappresentato motivo di orgoglio per ciascun cittadino come le Fonderie Fanti, la Famiglia Zanardi, la Xilografia Internazionale, la Bottoniera (o Fabbrica di Madreperla) e la ditta Mansal.
«In quei decenni, ecco anche il significato del titolo del libro, nessun settore produttivo è rimasto estraneo a questa ondata di rinnovamento tecnologico e nell’arco di pochi anni abbiamo assistito alla nascita di attività industriali relativamente “giovani” ed innovative guidate da imprenditori pionieri come le fonderie Fanti, la capostipite, poi Zanardi, Riello, Marangoni e Prando o le industrie legate all’agricoltura e alla trasformazione dei prodotti agricoli che oltre allo Zuccherificio, vantavano nella Legnago di quei decenni la Mansal, Pedron, la Fabbrica di Fecola, quella del Ghiaccio o alcune eccellenze nate proprio nei pressi del fiume Adige come la Xilografia internazionale, la Cartiera e la Bottoniera sono il ricordo di una Legnago produttiva che non c’è più ma che, non per questo, deve essere dimenticata», spiega Occhi.
Ecco quindi l’importanza di questa nuova pubblicazione, un lavoro raccolto da vari ricercatori, scritto e coordinato da Francesco Occhi, che viene ad essere uno spunto per tenerne vivo il ricordo, per non dimenticare, per dare una forma ed un senso a spazi, luoghi, vie, edifici magari oggi vuoti ma presenti nel cuore di Legnago. Questa ricerca rappresenta di certo il proseguimento di un progetto che vuole raccontare la storia di queste importanti realtà, una ricerca iniziata con la storia dello Zuccherificio di Legnago, proseguita con queste cinque importantissime realtà produttive, e che continuerà con altre ricerche che affronteranno e presenteranno la vita e la storia di ulteriori realtà produttive legnaghesi.
Foto: a sinistra, la copertina del nuovo libro; a destra, Claudio Bariani e Francesco Occhi.