Il clima è cambiato e piove in modo diverso. L’effetto dei cambiamenti climatici è sotto gli occhi di tutti: bombe d’acqua precedute da lunghi periodi di siccità in concomitanza di fenomeni atmosferici violenti, che associate all’aumento dell’impermeabilizzazione del suolo e il cambiamento delle modalità di pioggia, sempre più brevi ma di certo più intense rispetto a vent’anni fa, rendono a rischio esondazione buona parte dei nostri centri abitati.
Si sta, tuttavia, cercando la soluzione. Il Consiglio di Bacino dell’ATO Veronese, meglio noto come ATO Veronese, il garante del servizio idrico integrato a Verona e provincia, ha promosso l’adozione di un nuovo programma specifico di intervento, su base locale, che prevede l’adeguamento delle reti fognarie esistenti alle nuove disposizioni di legge: devono cioè garantire un elevato livello di funzionalità e non devono arrecare disagio alla popolazione, né all’ambiente.
«Le metodologie di dimensionamento usate in passato sono ormai obsolete; si è verificato con certezza che forniscono dei dati sottostimati e, quindi, le tubazioni risultano sottodimensionate» – afferma Bruno Fanton, presidente dell’ATO Veronese.
Reti fognarie che hanno ormai cinquant’anni: costruite negli anni Settanta sono inadeguate ormai, da una parte perché tecnologicamente obsolete, dall’altra per i sempre più evidenti effetti dei cambiamenti climatici.
«Il programma di ATO Veronese oggi mira a ridurre in modo significativo l’impatto ambientale residuo delle reti fognarie miste e delle reti fognarie ad uso esclusivo delle acque meteoriche, e il conseguente impatto sociale sulla popolazione derivante dal loro malfunzionamento» – spiega Luciano Franchini, direttore dell’ATO Veronese.
Obiettivo: evitare le esondazioni fognarie derivanti da fenomeni atmosferici, adeguare gli sfioratori di piena ai nuovi standard nazionali e regionali, ridurre i quantitativi di acque parassite e di acque meteoriche convogliate agli impianti di depurazione.
Si chiama “Piano strategico per l’adeguamento delle reti fognarie” a favore del quale la stessa ATO Veronese ha già stanziato 1 milione di euro.
«Per mettere a disposizione i soldi stanziati è prima necessario poter disporre nel breve termine di uno studio dettagliato dell’assetto idraulico del territorio comunale – ricorda Fanton. Per attuare il programma, ambizioso e a lungo termine, sarà necessario il supporto della politica veronese, che dovrà essere forte a Roma così come a Venezia, al fine di intercettare il necessario flusso di finanziamenti. In sostan- za, tutti dobbiamo fare squadra».
Quattro sono gli attori in gioco per attuare il Piano strategico per l’adeguamento delle reti fognarie: la società di gestione del servizio idrico integrato, che è la titolare della gestione delle reti fognarie (per l’area del lago di Garda-Baldo è Azienda Gardesana Servizi, mentre per tutto il restante territorio è Acque Veronesi); il Comune, che si trova nella necessità di valutare il rischio idrogeologico del proprio territorio, il Consorzio di bonifica, che gestisce i canali di bonifica e di irrigazione, e infine la Regione del Veneto, responsabile della manutenzione della rete idrografica principale.
Foto: a sinistra, gli effetti di una bomba d’acqua a Verona; a destra dall’alto, Bruno Fanton, presidente dell’ATO Veronese e il direttore Luciano Franchini.