Erano proprio in tanti all’incontro organizzato presso il Centro Servizi di Castagnaro dal titolo “Come rilanciare l’agricoltura?” organizzato dal comune di Castagnaro e patrocinato dalla Regione del Veneto, con Coldiretti, Confagricoltura e Cia-Confederazione italiana agricoltori tutti uniti per cercare di dare e di avere delle risposte su di un problema sempre più pressante e da risolvere in fretta.
E tra i tanti intervenuti vi era anche una rappresentanza proveniente dalla provincia di Modena oltre che Avepa, il presidente di Codive, rappresentanti del Consorzio di Bonifica Veronese, amministratori, politici e molti agricoltori veronesi e rodigini.
«Non siamo abituati a piangerci addosso ma questa volta siamo proprio al limite della sopravvivenza – dicono gli organizzatori – prima abbiamo avuto la cimice asiatica, poi il Covid quindi le disastrose gelate del 7 e dell’8 aprile che hanno distrutto i raccolti e poi le sempre più dannose grandinate che con regolarità colpiscono i nostri raccolti. L’agricoltura è proprio in ginocchio, chiediamo quindi aiuti e sostegni altrimenti dovremo chiudere; ma non abbiamo affatto voglia di arrenderci, vogliamo andare avanti».
Una denuncia e una richiesta di aiuto lanciata in occasione di questo incontro dove le associazioni di categoria hanno anche letto una lettera-appello dove indicavano i problemi e tentavano di dare dei consigli per risolverli. A raccogliere questo grido di aiuto era stato il consigliere regionale Enrico Corsi presente all’incontro che con il comune e le associazioni di categoria, ha voluto organizzare un incontro per parlare del problema.
«La nostra preoccupazione è quella di trovare una soluzione ai gravissimi danni economici e produttivi causati dalle variazioni climatiche che hanno messo in ginocchio buona parte delle Aziende agricole del territorio a causa soprattutto del Gelo che, con il disastro provocato il 7 e l’8 aprile scorsi, ha azzerato buona parte delle produzioni delle drupacee – hanno spiegato gli organizzatori -. Quel giorno le temperature nella provincia veronese sono scese secondo dati della Coldiretti, diversi gradi sotto lo zero, fino a -8 in alcuni territori, e per un prolungato periodo di tempo. Questo freddo è stato impietoso per i frutteti già in fiore, le piante di kiwi con le nuove gemme, i meli e i peri all’inizio della vegetazione oltre che per le orticole in pieno campo e un po’ per tutte le drupacee.
E i rimedi dello Stato per affrontare il problema sono stati a dir poco insufficienti. Basti pensare che con il Decreto Legge del 25 maggio scorso n.73 relativo alla Misure urgenti connesse all’emergenza da Covid-19, per le imprese, il lavoro, i giovani e i servizi territoriali, l’articolo 71 dedicato agli “Interventi per la ripresa economica e produttiva delle imprese agricole danneggiate dalle avversità atmosferiche”, stanziava un Fondo di solidarietà nazionale di 105 milioni di euro per l’anno 2021. Una somma a dir poco ridicola, visto che secondo i dati forniti dalle associazioni di categoria, solo a Verona e nei comuni limitrofi, escludendo quindi la Pianura veronese, i danni sono stati stimati in oltre 160 milioni di euro. Una calamità atmosferica che ha colpito Veneto, Lombardia, Emilia Romagna, Trentino e Friuli con danni 10 o 20 volte più gravi; quindi gli interventi statali stanziati sono stati veramente irrisori».
«Siamo consapevoli – continua la lettera presentata – che non si possa coprire tutto ma almeno che ci si venga incontro. quello sì. Non chiediamo la copertura totale del danno subito, ma un segno concreto e soprattutto tempi chiari e certi sull’eventuale erogazione dei contributi. Siamo per lo più tutte o quasi aziende di piccole o medie dimensioni molte a conduzione famigliare e non ce la facciamo più a sostenere le spese continue a fronte di mancati guadagni».
E gli interventi non si sono fatti attendere come quello del senatore Cristiano Zuliani componente della Commissione Agricoltura del Senato e del primo cittadino di Castagnaro Andrea Trivellato e del suo vice Christian Formigaro.
Durante l’incontro è stato organizzato anche un collegamento telefonico con l’europarlamentare Paolo Borchia il quale ha sottolineato i numeri della versione definitiva della Pac cioè della Politica Agricola Europea che prevedono una riduzione del 10% a livello europeo, riduzione che arriverà al 15% nel piano di sviluppo nazionale.
Mario Trapani, direttore di Avepa, ha rimarcato quanto sia importante la presenza di Avepa sul territorio, anche se ha ribadito che per le calamità che superano le normali avversità, è necessario proclamare lo stato di calamità. Presente all’incontro anche il presidente veneto di Coldiretti Daniele Salvagno, che ha rimarcato la necessità di riparlare della garanzia di reddito alle imprese agricole che assicurano la produzione e la vita imprenditoriale dell’intero nostro Paese creando un indotto economico e produttivo indispensabile per l’intera economia.
Andrea Lavagnoli presidente di Cia-Agricoltori Italiani, ha poi rimarcato l’importanza delle associazioni di categoria che garantiscono la forza del gruppo e che possono farsi validi interlocutori tra il mondo della politica ed il mondo del lavoro per avere aiuti concreti, mentre Alberto De Togni, presidente di Confagricoltura Verona, ha ribadito l’importanza dell’equo compenso per i produttori; da troppo tempo se ne perla senza arrivare a nulla di concreto.
«Il titolo del convegno è “Come rilanciare l’agricoltura” – concludono gli organizzatori – ma oggi più che rilanciarla rischiamo di doverla chiudere. Chiediamo interventi di sostegno ma con tempi brevi e certi; troppo spesso la burocrazia e la lentezza degli aiuti economici, ci portano a dover chiudere e a cedere l’azienda alle multinazionali o ad aziende poco interessate al territorio che noi amiamo. Non vogliamo l’assistenzialismo statale, in occasione anche di altre calamità ci siamo organizzati e abbiamo superato le varie crisi, ma questa volta il problema è molto più grave. Se non si interverrà a breve tra un po’ di tempo di aziende agricole vive ed attive ce ne saranno ben poche. Siamo consapevoli che per uscirne bisognerà fare sempre più filiera, essere uniti, organizzati, collaborare tra di noi e con le nostre associazioni di categoria, ma anche il mondo sindacale e quello politico devono unirsi, un’unione trasversale che comprenda tutte le forze politiche e sindacali, le calamità infatti colpiscono tutti e tutti ne escono danneggiati. Se non saremo uniti e non sarà unito il mondo politico, ben poco si potrà fare per salvare la nostra categoria».
[Francesco Occhi]