«Gli andamenti climatici non sono stati favorevoli al settore agricolo in questo 2021 che bene era iniziato a fine febbraio con temperature miti a 17-19° e assenza di piogge» – afferma Enzo Gambin (foto), direttore dell’associazione interregionale produttori olivicoli – Aipo.
Aprile poi si è mostrato freddo con meno 4/6 gradi nella notte, creando problemi a tutte le piante da frutto prossime o in fioritura: melo, pero, actinidia, vite e anche olivo, «pianta non ancora in fiore ma in ripresa vegetativa».

L’abbassamento termico ha ritardato l’emissione dei fiori, che sono comparsi a fine mese concludendo l’impollinazione con un ritardo di due settimane.

Per effetto, la produzione scenderà a meno 60%. La grandine ha inferto un duro colpo agli olivi, che produrranno un ulteriore 20% di olive in meno sul calo del 40% già previsto rispetto al 2020. Il 2021 è infatti un anno di scarica, mentre il 2020 era stato un anno di carica.

«Stimiamo che la produzione di quest’annata sarà un 60% in meno in totale, 102mila quintali in meno, su quella dello scorso anno: nel Veronese saranno prodotti 59/60mila quintali di olive».
In Veneto nel 2020 ne erano stati prodotti 245mila e nel Veronese 171.500.