Crivellente e lo sciopero della fame per la poltrona. Non molla il neo dimissionario consigliere comunale di Legnago, nonché vice presidente del consiglio, Fabio Crivellente che, dopo aver formalmente abbandonato la squadra di maggioranza lo scorso 13 gennaio, torna a far parlare di sé.
In questo scritto, che pubblichiamo integralmente, Crivellente conferma che da lunedì 1° febbraio inizierà uno sciopero della fame per protestare contro la mancata nomina a vicepresidente della casa di riposo, carica che a quanto dice gli era stata promessa in cambio delle sue dimissioni dal consiglio comunale.
Questo dopo che un suo voto allineato con l’opposizione sul bonus giovani coppie nell’ultimo consiglio comunale aveva fatto traballare la maggioranza del sindaco Graziano Lorenzetti.
Crivellente ripercorre poi nel suo sfogo una moviola del giorno delle dimissioni e dei giorni immediatamente precedenti e dichiara che ora porterà avanti la sua protesta non violenta con lo sciopero della fame. «Continuerò così, se necessario anche fino alla fine del mandato dell’attuale sindaco e anche oltre, finché non riceverò un incarico degno, anche delle preferenze ottenute».
ECCO IL TESTO INTEGRALE DELLA LETTERA IN CUI L’EX ASSESSORE FABIO CRIVELLENTE RACCONTA LA SUA VERITÀ.
«È doveroso a questo punto che tutti i cittadini di Legnago, e non solo, sappiano come si sono svolti i fatti.
Il sottoscritto il 13 gennaio 2021 ha lasciato le file della maggioranza del sindaco Lorenzetti, poiché dopo 20 mesi di amministrazione comunale non sono riuscito a portare a compimento nemmeno un progetto avanzato da propria iniziativa.
Nella proposta di sistemare strade pubbliche tante volte richiestomi dagli agricoltori che lavorano nell’ambito del comune di Legnago, (ci sono strade pericolose che anche percorrendole con i trattori agricoli, sono al limite della percorribilità), alle richieste da sistemare qualche rotatoria sulla frazioni di San Pietro, alle richieste di installare qualche lampione per illuminare strade prive di illuminazione pubblica, specie nel tratto che da via Casoni Rampin va verso Aselogna, e poi altre; alla richiesta di rinnovo del contratto del nuovo affitto sull’aeroporto di Legnago che dai 1.000 euro che prima si pagavano sono stati richiesti ora ben 5.000 euro, per non parlare del nuovo contratto di affitto, non più di 25 anni, come è sempre stato rinnovato ora ci chiedono di rinnovarlo per una durata non superiore ai quattro anni.
Figuriamoci con quale spirito il Cda dell’aeroporto può programmarsi per fare degli investimenti futuri.
Quindi capite bene con quale umore andavo in Comune ad affrontare le varie problematiche; portare le mie idee e poi vedermele puntualmente accantonate e/o peggio ancora “derise”.
A questo punto da tempo mi sono sentito poco valorizzato, soprattutto in considerazione del fatto che non penso di essere l’ultimo della classe fra tutti i consiglieri di maggioranza, avendo dimostrato a tutti di sapere dirigere in maniera efficiente la mia azienda, (basta andare a vedere le denunce dei redditi di ogni consigliere, visto che le nostre sono pubbliche ed ognuno può verificare) e quindi dico questo perché…, perché penso di avere brillantemente dimostrato a tutti quelli che mi conoscono le mie capacità nell’ambito dirigenziale e professionale, ed in considerazione poi delle mie 123 preferenze acquisite, risultando quarto nella lista della Lega.
Molti assessori ci sono piazzati notevolmente al di sotto del sottoscritto; comunque non importa sta di fatto che da parecchio tempo mi sentivo poco valorizzato e coinvolto in maggioranza.
Quando sono riuscito a dimostrare all’Amministrazione che avevo i numeri per mandarli a casa, a quel punto si sono susseguiti intensi incontri con il sindaco, con il presidente del Consiglio e con il segretario della lega, e dopo qualche giorno abbiamo raggiunto questo accordo: il sottoscritto non manda a casa l’Amministrazione comunale, dà le dimissioni ed in cambio va fare il vicepresidente della casa di riposo di Legnago, con deleghe importanti, ossia delega al personale, delega ai rapporti con gli enti pubblici e ancora altre deleghe altrettanto importanti che non sto qui a fare l’elenco.
Ossia avevo garantito un impegno istituzionale da parte mia dove mi sarei impegnato almeno quattro ore al giorno.
A questo punto mi sono fidato dei presenti ( sindaco, presidente del Consiglio e segretario di sezione Lega di Legnago) mi sono fidato a dare le dimissioni da consigliere, e per farmi ancora più convinto mi hanno fatto vedere le dimissioni di un consigliere dell’attuale Cda della casa di riposo e quindi il posto mi sarebbe stato garantito appena dopo qualche giorno.
Io soddisfatto di questa proposta, ho accettato, anche perché ho pensato che sarei stato ugualmente utile alla città di Legnago, ai cittadini e anche alle persone che mi hanno votato, soprattutto in funzione nel fatto che avrei svolto una missione sociale, di tutto rispetto e che tutto sommato a me risultava ancora più di mio gradimento, visto i trent’anni di mia trascorsa anche in esperienza nel volontariato, (missioni in Africa con i frati Francescani, in Albania Durante la guerra del Kosovo, ed in Romania nelle missioni di Don Calabria).
Purtroppo succede che dopo aver dato le dimissioni da consigliare comunale, dopo cinque giorni il sindaco mi comunica per iscritto che la mia nomina presso l’istituto della casa di riposo è incompatibile, mentre qualche giorno prima mi avevano affermato tutto il contrario (ma dico prima di farmi una proposta del genere non vi siete minimamente informati?) tra l’altro io mi sentivo garantito consapevole del fatto che chi mi assisteva è un noto avvocato, oltre che presidente del consiglio, mi sentivo super protetto quindi, soprattutto in considerazione che quest’ultimo più volte che mi rimarcava “Fabio stai tranquillo, ci metto la mia faccia” una frase ripetuta un’infinità di volte.
A questo punto cosa devo fare, mi sento infinocchiatto, tradito e impotente.
Però le persone che mi hanno tradito non sanno di che pasta è fatto il sottoscritto, anche se si presenta come una persona umile e discreta e “timorata di Dio”, questa disavventura proprio non riesce a mandarla giù. (Purtroppo non sono un Santo).
Vediamo chi la vince!
Non mi rimane che iniziare con una lotta non violenta, come lo sciopero della fame, che iniziero il 1° febbraio 2021 ed andrò avanti fintanto che non mi verrà riconosciuto un incarico politico-sociale di pari dignità.
È chiaro che a questo punto gradirei un impegno politico ma di carattere sociale, per poter essere di aiuto alle persone che veramente ne hanno bisogno, (questa sarebbe la mia volontà primaria).
Ripeto continuerò con lo sciopero della fame fino a che non avranno trovato una soluzione alla mia situazione che non riesco proprio a perdonare, anche in considerazione del fatto che loro dopo pochi giorni si sono già dimenticati di me e mi giungono voci che continuano a sghignazzare e sorridere di come sono riusciti ad accantonarmi.
Anche se credo di essere un buon cristiano praticante, (vado a messa almeno due volte alla settimana e puntualmente prendo l’Eucarestia e non mi vergogno di quanto affermo) non come i miei colleghi di partito che ci vanno solamente quando c’è da rappresentare il Comune con la fascia tricolore e senza mai prendere Eucarestia, cosa grave ritengo, perché sarebbe come essere invitati a pranzo e non mangiare nulla di quello che ti preparo, stessa cosa.
Continuerò quindi con lo sciopero della fame, se non verrò accontentato anche fino a quando scadrà il loro mandato. Spero proprio che tutte queste persone, anche se non sono timorate di Dio, e quindi con scarsa coscienza, e poco amore e rispetto per il prossimo, un po’ di rimorso a loro venga, sapendo che c’è un loro collega che ha contribuito alla loro vittoria e ora sta rischiando la vita e le loro menzogne, o peggio ancora più che rischiare la vita, poiché con lo sciopero della fame fatto come faceva Gandhi, (non mangiando nulla ma prendendo solamente tre cappuccini al giorno), non muori di fame ma rischi di impazzire perché ti vengono a mancare le vitamine necessarie per alimentare il cervello.
Non mi rimane quindi che chiedere giustizia con l’unica arma che mi rimane, ossia con la lotta non violenta, parafrasando una frase di Gandhi: “il digiuno è destinato ad agire sul cuore ma sull’anima degli altri, ed è per questo che il suo effetto non è temporaneo ma duraturo”.
Concludendo: tre cappuccini al giorno e nulla altro fintanto non verrò accontentato con un incarico dignitoso, un incarico che mi aiuti sempre di “glorificare il regno di Dio” (pur essendo pure io peccatore).
Voglio inoltre ricordare che questo lo avevo fatto capire anche ai tre personaggi presenti nell’ufficio del sindaco il giorno che mi hanno convinto a dare le dimissioni, forse non in maniera così esplicita come ora, ma loro sono tutte persone intelligenti che non c’era bisogno di ripetere».
Fabio Crivellente
La lettera