A Verona, come in gran parte d’Italia, sono in tantissimi a dire no alla lotteria dello scontrino del Governo Conte. Ci sono poi, e il numero è destinato a salire, 7 milioni di italiani che ad oggi hanno già scaricato l’applicazione per partecipare al cashback degli scontrini con annessa la lotteria di stato. Purtroppo l’ignoranza imperversa e questa iniziativa non serve a rilanciare i consumi ma a tutt’altra cosa. Vi spieghiamo perchè.

Tutti gli acquisti fatti con bancomat o carte di credito fatti dall’8 dicembre, valutano il 10% della spesa come cashback per un totale massimo di 150 euro, però ve li riaccreditano a febbraio. Ciò che la gente non sa è che il rimborso massimo è di 15 euro a transazione. Che la gente spenda 1.500 euro o 150 il rimborso rimane sempre 15. Nel caso che qualcuno spenda 1.500 euro lo sconto non è del 10% bensì dell’1%, e questa è la prima fregatura.

La seconda è che gli acquisti on line non valgono. Poi altra fregatura, per accedere al programma dovete fare un minimo di 10 acquisti e per avere 150 euro li dovete fare almeno di 1.500. Ve li vedete in piena pandemia gli italiani che spendono questa cifra per i regali natalizi?

Allora il cashback verrà usato soprattutto nei supermercati, andando ad ingrassare le banche e i conti dei gruppi della grande distribuzione. Salutiamo a questo punto gli acquisti nei negozi sotto casa… Dulcis in fundo chi avrà fatto al primo di gennaio almeno 50 transazioni con bancomat otterrà un ulteriore sconto del 10% per un massimo di 300 euro. Con 50 transazioni avete speso sicuramente 100 euro per farvene rimborsare 50 netti, cioè una media di 0,1 centesimi al giorno.

Non solo, e questa è la fregatura totale, i negozi sotto casa ricevono il pagamento dopo sette giorni dalla transazione. In quei sette giorni gli istituti di credito guadagnano con la valuta virtuale e gli interessi sul capitale. Ecco allora che sono sempre più numerosi commercianti e negozianti che propongono al cliente uno sconto del 10/15% fatto da loro. A Verona il portabandiera è “Paolo cotoletta” (ristoratore).
Ma la più famosa alle cronache nazionali è Daniela Magnavacca, 56 anni, titolare di uno dei più noti saloni di parruccheria di Este nella provincia padovana, la quale ha deciso di sfidare il governo Conte: a fronte del 10% di cashback per chi paga con le carte, lei offre uno sconto del 20% a chi paga in contanti. Pochi, maledetti e subito.

Solo un Governo incapace poteva inventarsi una diavoleria del genere che nasce sicuramente dalle banche e dalla grande distribuzione. Per fortuna è un Governo di sinistra, che tutela il popolo e i più deboli. Anche nell’anno della pandemia in Italia si finisce sempre a tarallucci e vino.
[Achille Ottaviani da Il Mattino di Verona]

Foto: il premier Giuseppe Conte durante la presentazione del cashback, a sinistra nel riquadro, Daniela Magnavacca.