I medici di base legnaghesi che da metà ottobre si davano i turni all’ex Macello, non sanno quando arriveranno le nuove forniture di vaccini.
Costretti a navigare a vista con tutti i disagi conseguenti: disdire le prenotazioni, chiamando paziente per paziente, con le segretarie che dovranno poi ricontattare gli stessi uno a uno per un nuovo appuntamento.
«Si fanno proclami altisonanti per la fornitura di vaccini a pioggia. Poi però, nel labirinto della burocrazia che passa dalla Regione, all’Ulss alla vera trincea che è il territorio, qualcosa si inceppa e si creano questi disservizi», commenta il dottor Roberto Maggioni.
Il medico comunque lancia un messaggio rassicurante: «Nonostante qualche intoppo riusciremo a vaccinare tutti i soggetti a rischio in tempi ragionevoli».

Ma questa vicenda apre anche un caso sulla mancata esistenza a Legnago di una Aggregazione funzionale territoriale dei medici di base, come esiste per esempio a Cerea. «Quest’emergenza – avverte il dottor Angelo Guarino, che è anche consigliere comunale – dimostra quanto serve a Legnago un’Aggregazione dei
medici di base
, che dia vita ad un polo di servizi dove riunirli tutti.
In questi giorni ho proposto alla maggioranza di prendere in considerazione come possibile sede di questo polo sanitario il magazzino lasciato libero dallo spostamento del supermercato della Lidl.
Come posizione e spazi sarebbe l’ideale. Spero si faccia qualcosa, anche perché, sia chiaro, l’Aggregazione funzionale territoriale dei medici di base è un progetto che nessuna amministrazione finora ha voluto portare avanti, né quella di Gandini, né Rettondini, né Scapin».

Infatti, per dar vita alla campagna di vaccinazione i medici hanno dovuto arrangiarsi. «La soluzione a Legnago per effettuare in sicurezza, in uno spazio ampio e controllato, le vaccinazioni l’abbiamo dovuta trovare noi medici, grazie alla disponibilità delle penne nere. Il Comune ci aveva proposto la sede della Pro Loco, uno stanzone senza spogliatoi, con un solo bagno e dove il distanziamento necessario sarebbe stato inapplicabile», chiarisce Guarino. E questo, quando fino alla fine di novembre la vaccinazione gratuita per i soggetti a rischio sarà possibile solo dal medico di base.

All’ex Macello si vaccina chi ha preso appuntamento dal medico, nell’ordine di una persona ogni 5 minuti.
Si lavora su due turni (9-12 e 15-18) dal lunedì al giovedì, e forse se arriverà la nuova fornitura, anche la domenica.
A controllare gli ingressi e il rispetto delle norme sanitarie due volontari del corpo alpini e due della Croce Verde di Legnago. Si servono dell’ex macello i dottori Maggioni, Cesaro, Cogo, Terrin, Guarino, Girardi, Fontana, Zoccarato.
I medici di Porto e del resto delle frazioni vaccinano ancora in ambulatorio.

«L’obiettivo è arrivare a vaccinare 5mila cittadini Legnaghesi a rischio», spiega il capogruppo degli Alpini, Maurizio Mazzocco. «Stimo parlando di qualcosa come 500 cittadini ultrasessantenni a medico da vaccinare – riprende Guarino -.
È per questo che ritengo che l’attuale amministrazione sia mancata di attenzione verso una tale emergenza. Ancora a luglio avevo presentato un ordine del giorno in consiglio comunale, avallato anche dalla minoranza, invitando il sindaco a predisporre uno spazio idoneo per la campagna di vaccinazione.
È rimasto lettera morta fino ad ottobre, quando l’unica proposta arrivata è stata la sede della Pro Loco».
Maggioni conferma i ritardi e le difficoltà: «In altri Comuni ci si era attrezzati per tempo, a Legnago dobbiamo ringraziare la disponibilità dell’associazione Alpini.
Eravamo molto soddisfatti e la campagna filava senza intoppi».
Filava, appunto, perché il meccanismo si è inceppato: mancano le dosi di vaccino.

Questo quanto riportato su Primo Giornale dalle interviste di Martina Danieli, ma chiamato in causa, anche il sindaco Graziano Lorenzetti ha voluto intervenire sulla polemica: «Per quanto riguarda la questione vaccini devo ringraziare l’associazione Alpini di Legnago che ha messo a disposizione, in accordo con il Comune, lo spazio per poter procedere con i vaccini. Con questo non voglio entrare nel merito della polemica per la mancanza degli stessi.
Avevamo messo a disposizione anche la sede della Protezione civile, e la stiamo proponendo ancora, per la risoluzioni dei tamponi» – poi continua -. «Per quanto riguarda, invece, il Polo dei medici «Mi dispiace ma è una questione che riguarda i medici stessi, che non trovano l’accordo per poterlo realizzare. Ricordo al dottor Guarino, che era consigliere di maggioranza ma poi ha pensato di fare dell’altro, che non è il Comune che deve procurare la sede, devono coordinarsi loro, anche perché si tratta di razionalizzare tutti i servizi, compreso la struttura infermieristica a disposizione in collaborazione con la segreteria e quant’altro. Quindi se a Legnago, a differenza di Cerea, manca un Polo dei medici è solo per la mancanza di un accordo tra i medici stessi
Non spetta al Comune acquisire la struttura della Lild e metterla a loro disposizione ma bensì sono i medici stessi che si devono strutturare».

Foto: a sinistra, l’assessore e medico di base Angelo Guarino; al centro, l’ex Macello sede dell’associazione Alpini; a destra, il sindaco Graziano Lorenzetti.