I casi di Covid aumentano ogni giorno, così come i ricoveri in ospedale, in tutta la provincia di Verona.
La situazione è critica all’ospedale Mater Salutis di Legnago. Lo denuncia Riccardo Francesco Rossato, medico del Pronto Soccorso: «Al momento il personale del pronto soccorso di Legnago conta 7 defezioni, tra le quali il sottoscritto, per infezione da Covid-19, di cui 2 medici e 5 infermieri e i posti letto sono al completo».
«A oltre 10 giorni dall’inizio della seconda ondata, – racconta – ancora non sono state aperte unità supplettive per il ricovero di pazienti sospetti covid, che stazionano in Pronto Soccorso, insieme agli altri pazienti, e inevitabilmente l’ambiente diventa ‘sporco’ e favorevole al virus.
Se il cane si morde la coda, si salvi, chi può».

Non più tardi di martedì scorso il dottor Riccardo Francesco Rossato tracciava una fotografia della situazione ospedaliera del Mater Salutis reale, senza vizi politici o interessi personali.
Alla domanda se i pazienti ricoverati Covid erano persone immunodepressi o con patologie pregresse, rispondeva:
«Purtroppo abbiamo intubato persone giovani: una ragazza trentenne, un signore cinquantenne, senza patologie di base, in insufficienza respiratoria con brutti quadri radiologici.
Rispetto a marzo, per quello che possiamo dire adesso, si è abbassata l’età media purtroppo.
Non voglio essere drastico, drammatico, catastrofista. Ma questa è la realtà – poi continua -. In 3 giorni la provincia di Verona ha saturato la sua capacità di accoglienza in unità di terapia intensiva per malati Covid.
Sabato sera (24 ottobre ndr) in tutta la provincia era disponibile un solo posto per questi pazienti.
Legnago è a zero posti in rianimazione e zero posti per degenza in isolamento per positivi o sospetti.
In pronto soccorso la stragrande maggioranza del tempo di noi medici viene impiegata al telefono per cercare posti letto in giro per i vari ospedali delle province adiacenti. Perdiamo ore prima di accordarci per i trasferimenti.

Mancano strutture, mancano mezzi, mancano medici, mancano infermieri, oss, ausiliari.
Manca un’organizzazione. Forse è mancato il tempo per poterci preparare, no! Quello, il tempo, l’avremmo avuto».

«Premetto che non sono un politico. Ma se posso esprimere un parere: sono assolutamente in disaccordo con i provvedimenti del nuovo Dpcm: non è in questo modo che contrastiamo questa fottutissima bestia, e prendere questi provvedimenti è l’ammissione di un’incapacità di gestione del nostro paese. Quindi, non sto dicendo che siano stati giusti i provvedimenti presi. Sto dicendo che la situazione è grave e che il Covid-19 è tornato al pieno della sua capacità infettante e invalidante. Sto dicendo che dovevamo essere pronti a fronteggiare la cosa, invece abbiamo chiuso i reparti Covid, abbiamo smantellato posti letto, non è stato investito nulla nella preparazione di una seconda ondata, non certa quest’estate, ma non certamente escludibile».

La buona notizia è arrivata oggi dall’Azienda Ulss 9 che ha confermato il personale del San Biagio di Bovolone assegnato al PPI presso l’ospedale Mater Salutis di Legnago, già da domani lunedì 2 novembre con l’attivazione di 11 nuovi posti letto per pazienti Covid.

Foto: a sinistra in alto, il dottor Riccardo Francesco Rossato; in basso, operatori sanitari in emergenza dei quali 7 positivi; a destra, il Punto Primo Intervento del Mater Salutis di Legnago.