I rappresentanti delle associazioni imprenditoriali, dei consumatori, dei sindacati e dei professionisti, assieme ad Avviso Pubblico hanno concordato il Progetto di Legalità che orienterà l’attività preventiva e formativa contro le infiltrazioni delle mafie nell’economia scaligera.
Redatto da Avviso Pubblico, associazione che riunisce gli Amministratori pubblici che si impegnano a promuovere la cultura della legalità democratica, 31 Comuni aderenti in provincia di Verona, il progetto sostenuto dalla Camera di Commercio prevede la comunicazione di best practice e informazioni normative, la formazione sulle attività portate avanti dai numerosi organi preposti alla lotta alle mafie e la sensibilizzazione degli imprenditori sul tema.
«Si tratta di una scommessa importante – ha spiegato Cesare Veneri Segretario Generale della Camera di Commercio – di tutelare le imprese veronesi da tentativi d’infiltrazioni illegali che, anche approfittando del difficile momento economico e della conseguente debolezza delle attività in difficoltà, sembrano offrire soluzioni insperate ai problemi contingenti che, invece, si dimostrano, nella realtà, illusorie e deleterie per l’imprenditore, la sua impresa e l’intero sistema economico. Le attività illegali creano inoltre disequilibri e indebite interferenze che danneggiano la libera concorrenza e l’attività imprenditoriale».
La prima riunione della Consulta della legalità istituita dalla Camera di commercio di Verona ha avuto un esito molto positivo, vi hanno partecipato anche l’assessore del Comune di Verona, Edi Maria Neri, e la rappresentante della Banca d’Italia, Lauretta Cesarini.
«Avviso Pubblico ha presentato – ha aggiunto Pier Paolo Romani, coordinatore nazionale di Avviso Pubblico – le sue proposte per realizzare una nuova pagina del sito della Camera, un vademecum e un percorso formativo finalizzati a far conoscere il fenomeno mafioso e i modi con i quali esso penetra nel sistema economico-imprenditoriale. Le proposte, molto apprezzate dai presenti, mirano a costruire una rete di legalità organizzata, necessaria per prevenire l’ulteriore espansione delle mafie nel tessuto economico locale, a difendere le imprese e l’economia sana dalle mafie e a fornire strumenti e percorsi che consentano di fare segnalazioni protette e di chiedere aiuto alle autorità preposte».
«Nel ringraziare tutti i partecipanti, sottolineo che nell’attività della Consulta – ha concluso, Andrea Bissoli, componente di Giunta della Camera di Commercio di Verona e rappresentante dell’ente nella Consulta – avranno un ruolo da protagonisti, la Prefettura e le forze dell’ordine che tanto in questi anni difficili stanno facendo per combattere le infiltrazioni mafiose».
Secondo i dati presentati da Avviso Pubblico le mafie a Verona e nel Veneto sono “in giacca e cravatta” e presenti da anni, la ‘ndrangheta da almeno 30. Il tema del riciclaggio è sempre più d’attualità, come l’espandersi dell’attività corruttiva nei gangli dell’economia e della Pubblica Amministrazione. Usura e racket soprattutto in tempo di covid sono tra le attività a maggior tasso di sviluppo. L’agricoltura, lo smaltimento dei rifiuti, l’edilizia e il turismo sono i settori a maggior rischio sul territorio veronese.
Nel primo semestre di quest’anno sono state 845, secondo Bankitalia, le operazioni che possono celare forme di riciclaggio di denaro, finanziamento del terrorismo e uso di fondi provenienti da attività illecita. Il numero più alto tra le province venete. Sono 5 le aziende confiscate in provincia di Verona e 102 i beni confiscati alle organizzazioni mafiose, tra denaro, beni mobili, immobili e beni aziendali.
Foto: a sinistra, cinque le aziende confiscate a Verona dalla Dia; a destra dall’alto, Cesare Veneri Segretario Generale della Camera di Commercio di Verona; Pier Paolo Romani, coordinatore nazionale di Avviso Pubblico e Andrea Bissoli, componente di Giunta della Camera di Commercio di Verona e rappresentante dell’ente nella Consulta.