«Mi pare chiaro che, alla luce di questo ultimo Dpcm, sagre e feste di paese sono sospese. Ma non è che prima, con le precedenti norme, facessimo chissà che. Adesso vedremo che spiragli restano. Una cosa è certa: il nostro settore si risolleverà solo con la scomparsa del Covid».
Giovanni Follador, presidente delle Pro Loco del Veneto, in una intervista al Gazzettino, ha un tono rassegnato. Il 2020 già disastroso si complica ancora di più. Il divieto assoluto di organizzare sagre e fiere, di fatto, cancella quella parte di stagione dedicata alle tradizioni autunnali.
Anche nella provincia veronese l’emergenza si è fatta sentire e ha colpito duramente il settore degli eventi, vedi le manifestazioni storiche del territorio già annullate come la Fiera del Riso di Isola della Scala, la Sagra dei Bisi di Colognola ai Colli, la Festa della Polenta di Vigasio, la Sagra dell’Anara Pitanara di Tarmassia, e probabilmente, la Festa del Mandorlato di Cologna Veneta e tante altre.
«Qualcosa tentiamo di salvare, osserva il presidente delle Pro Loco, almeno per mantenere vive proprio le tradizioni. In alcune località, per esempio, quest’anno non abbiamo organizzato non le sagre ma delle manifestazione di promozione, fatte per lo più all’aperto, altre organizzate a numero chiuso, altre ancora abbiamo predisposto sono delle bancherelle nelle piazze per la vendita di prodotti. Niente a che vedere col passato, con le sagre vere e proprie ma
è stato un modo per tenere vive le tradizioni, e anche per questo autunno potrebbe essere l’esempio da seguire».
Il calendario degli appuntamenti nelle piazze è già stato già drasticamente ridotto: «abbiamo rinunciato a circa 50% degli appuntamenti previsti fino a oggi – calcola Follador – e questo solo in base alla normativa precedente.
Adesso con quella nuova vedremo: cercheremo di salvare quanto più sarà possibile».
In realtà da salvare non ci sarà molto: «Capiamo perfettamente quali sono i motivi di queste disposizioni – ammette – il governo deve preservare le attività maggiori, evitare un nuovo blocco del paese. Lo comprendiamo. Ma non nego le difficoltà che siamo costretti a subire ed affrontare. Non mi riferisco tanto alle nostre Pro Loco, che resistono, ma a tutto quello che gira attorno agli eventi. Pensiamo ai fornitori, alle orchestre, ai servizi. Un indotto molto importante che adesso è in crisi e che non sempre ottiene aiuti economici».
In questa situazione l’unica cosa possibile è avere pazienza e resistere: «Non possiamo fare altro, – continua – i contraccolpi sulle Pro Loco, a oggi, sono stati limitati. Abbiamo avuto un calo del 5% dei soci, ma è un dato accettabile, che non ci preoccupa. Qualcosa, come ho detto, continueremo a fare. Magari con altre formule. Tra qualche giorno presenteremo la manifestazione, come tutti gli anni, di “Spettacolo e Mistero”, una serie di appuntamenti nel territorio veneto organizzati rispettando alla lettera tutte le norme di prevenzione. Per andare avanti cercheremo formule anche ridotte per tenere vive le manifestazioni e le tradizioni».
Il timore è che qualche sagra o fiera diventata un classico per il territorio possa non rivedere più la luce: alle volte saltare una o due edizioni può essere fatale. Ma faremo in modo che questo non accada. Le Pro Loco resisteranno e quando sarà possibile torneranno ancora più forti ad organizzare gli eventi, come sempre. Ma dobbiamo attendere che il Covid passi».
Foto: a sinistra, un’edizione della Festa del Mandorlato di Cologna Veneta; a destra, Giovanni Follador, presidente delle Pro Loco del Veneto.