«Al Fioroni ho dato tanto, ma ora preferisco estraniarmi e non polemizzare con il direttivo della Fondazione» – questo il commento della vicepresidente Mirella Zanon dimessasi dal suo incarico nel consiglio di amministrazione della Fondazione Fioroni insediatosi lo scorso anno di cui fanno parte il presidente Luigi Tin, e i consiglieri Luisa Salvatore, Antonella Arzone e Rita Dugoni.
Mirella Zanon, insegnante di lettere all’istituto Minghetti, è stata presidente della rete museale Legnago Musei che gestisce i Musei della Fondazione Fioroni e il Centro Ambientale Archeologico della Pianura di Legnago – Museo Civico, dal 2014 al 2019.
Nella sua lettera di dimissioni, inviata al Cda, l’ex vicepresidente motiva la sua scelta dettata da ragioni personali, salvo poi dover ammettere che qualcosa non ha funzionato nel rapporto di collaborazione con il gruppo direttivo. Da qui la scelta di lasciare il tavolo da gioco e passare la mano ad un altro giocatore, «Vedo comunque che si sono già mossi in fretta per ricercare un nuovo componente» – ha affermato.
Può essere che questa non collaborazione all’interno del direttivo abbia radici nella mancata rielezione a presidente di Mirella Zanon, quasi una bocciatura. È così presidente Tin?
«No, non è così. La verità è che fu Zanon stessa, lo scorso anno, a rifiutare all’ultimo momento la rielezione alla presidenza, così come oggi ha rifiutato di ritirare le dimissioni nonostante le mie insistenze affinché continuasse a rimanere con noi».
E allora, dobbiamo credere alla favola delle ragioni personali?
Diciamo che c’era un modo diverso d’intendere l’impegno all’interno dell’ente. Fioroni è una Fondazione importante e impegnativa, siamo in pochi, e c’è bisogno che ognuno faccia la sua parte, operativamente sul campo e non solo con le idee, seppure importanti.
Questo ha portato a una visione diversa delle strategie operative dell’ente e in questo contesto lei ha maturato, probabilmente, la scelta di ritirarsi.
È altresì vero che durante la sua presidenza, Zanon, alla Fondazione ha dato tanto, soprattutto in anni molto difficili per l’Ente museale in cui sono arrivati al pettine tutta una serie di nodi che lei ha dovuto sciogliere, per cui non è stato un lavoro molto gratificante. Io le riconosco molte cose positive fatte per questo, penso, vadano rispettate le sue decisioni.
Perché c’è la sensazione che non ci fosse accordo tra voi?
Questa sensazione non corrisponde a verità, però è vero che quando io mi sono trovato improvvisamente, dopo il suo rifiuto,a coprire il ruolo di presidente, mi erano state fatte delle promesse di impegno e supporto che poi non ho riscontrato; ecco che allora le strade si dividono e non si va più nella stessa direzione.
Tu provieni professionalmente dal management industriale, come ti sei calato in un contesto sociale come il Fioroni.
Ho portato nell’ente le mie convinzioni. La mia visione di Fondazione è improntata più ad un modello aziendale che non istituzionale. Cioè, per la mia esperienza professionale e la mia scuola di vita sono portato al fare, al realizzare più che al pensare e basta.
Il tuo prossimo vicepresidente come dovrebbe essere?
Certamente non accetterò una figura riempitiva, o una scelta al ribasso, solo per occupare una poltrona. Solo se troviamo il candidato con le caratteristiche adatte, lo sottoporremo all’amministrazione comunale a cui spetta la nomina in consiglio fino al 2024, altrimenti rifacciamo il bando.
Per chiudere, cosa vedi nel futuro della Fondazione.
Tanti progetti nuovi che abbiamo nel cassetto ma prima di tutto dobbiamo evitare nuove polemiche, anche se è difficile, perché è una Fondazione che negli anni ne ha subite troppe. È stato fatto tanto male alla Fioroni, se è ridotta così è stato per troppi personalismi, per troppe intrusioni della politica, per troppo di tutto. Ora c’è bisogno di un momento di calma, di serenità, di fare tutti un passo indietro.
Dobbiamo dare il massimo con i mezzi che abbiamo, di collaborare con tutti senza mettere sempre il No davanti a tutto.
Basta. Tutti stiano al proprio posto e lascino lavorare, non alziamo i toni perché altrimenti si può perdere la pazienza e si vuota il sacco e allora esce di tutto.
Impegniamoci invece a fare grande la Fondazione di Maria Fioroni di cui proprio quest’anno si celebrano i 50 anni dalla scomparsa.
Foto: a sinistra, l’ex vicepresidente della Fondazione Fioroni Mirella Zanon; al centro, l’entrata del Museo; a destra, il presidente Luigi Tin.