Mesi fa c’era la giustificazione del Coronavirus, poi quella della riapertura. Erano gli alibi di un piccolo esercito di dipendenti della Motorizzazione Civile per spostare contatti ed esami il più tardi possibile. Voglia di lavorare saltami addosso. Il direttore Francesco Baldari, che è anche responsabile della motorizzazione delle Tre Venezie, si lamenta dei disguidi per carenza di personale. Nulla di più falso perchè le stesse persone nelle altre Province non registrano lo stesso numero di ritardi e carenze, quindi il problema sta nel manico e nella voglia di lavorare – questo scrive Achille Ottaviani su Il Mattino di Verona, e poi continua -. Il problema coinvolge 120 agenzie di pratiche automobilistiche e oltre 2.000 persone che ora rischiano la disoccupazione. Non solo, i centralini della Motorizzazione non rispondono. Se il cittadino va di persona si trova in file infinite con continui scontri verbali che a volte finiscono in quelli fisici con il personale, tant’è che più volte sono state chiamate le forze dell’ordine.
Lentezza, menefreghismo, arroganza, inadempimenti, sono il punto focale di una situazione diventata insostenibile alla motorizzazione Civile diretta da Francesco Baldari, senza contare la qualità degli esaminatori inviati a Verona per gli esami di competenza.
Con il 37% Verona ha la più elevata percentuale di bocciatura, una delle più alte d’Italia, e non crediamo che tutto sia dovuto all’impreparazione degli aspiranti neopatentati. Il problema grave è che la congestione e il circuito demenziale in cui versa la Motorizzazione Civile di Verona fa rischiare il posto di lavoro, come abbiamo scritto sopra, a migliaia di persone che oggi sono preoccupate per il loro futuro. A Verona poi ci sono 2500 persone che guidano con il foglio rosa e aspettano il giorno dell’esame. Gli appuntamenti per il deposito delle domande slitta, per quasi tutti coloro che per risparmiare usano il fai da te, a 8/10 mesi dal deposito della domanda. Tempo che fa scadere i termini della stessa. Ennesima presa per il fondelli, tutto questo non succede nelle altre città. Tant’è vero che molti utenti cercano una soluzione a Rovigo, Mantova, Vicenza o Brescia.
Secondo il dirigente dell’ufficio Provinciale Francesco Baldari serve personale – conclude Ottaviani -. Falso. Il personale c’è ma non lavora, oppure lo fa al rallentatore. E’ arrivato il momento di darsi una mossa. Le prime denunce sono state depositate in Procura e se continua così diventeranno un piccolo grattacielo di carta e i responsabili, oltre ad essere perseguiti per legge, rischiano il posto e con probabilità anche un po’ di domiciliari.
[Achille Ottaviani – Il Mattino di Verona]