«In questi cinque anni di mandato in Consiglio regionale e soprattutto in questi ultimi mesi tutto è cambiato, il mondo e le persone, ma io sono rimasta uguale a me stessa, nel sentire e nel fare politica, nell’impegno di restare fedele agli stessi principi e valori che mi hanno da sempre animata. Ho scelto la strada più difficile candidandomi dentro un appuntamento elettorale che presagisce un risultato scontato, ma ritengo che sia un diritto-dovere e un gesto di libertà rappresentare un pensiero non univoco dentro il pluralismo della democrazia.
Ed è proprio per dare un’alternativa, a chi lo ritiene legittimo, che desidero proseguire il mio impegno in Consiglio regionale. Sono una donna e come tale dotata di certo realismo, che rifiuta l’approccio ideologico ai problemi da risolvere».
Con queste parole Orietta Salemi ha presentato oggi, venerdì 21 agosto al Liston 12 di Verona, la propria candidatura per le elezioni regionali del 20 e 21 settembre nella Lista Daniela Sbrollini Presidente, Italia Viva – Civica per il Veneto – PSI- PRI.
Presente alla conferenza stampa anche l’onorevole Davide Bendinelli mentre i coordinatori di Italia Viva Valeria Pernice e Stefano Passarini erano impegnati fin dal primo mattino a depositare la lista in Tribunale.
Il programma si focalizza sulla necessità di rigenerare il Veneto attraverso formazione, lavoro, impresa, politiche familiari e di welfare, ma anche cultura e turismo. L’obiettivo è rendere più attrattiva e competitiva la nostra regione per troppi anni frenata da scelte politiche inadeguate. E poi maggiore attenzione per Verona in Veneto perché investire sul territorio veronese è irrinunciabile per un futuro più strategico.
«Lontana dal voler demonizzare il governo Zaia a tutti i costi presentando, secondo slogan consumati un Veneto che non funziona, fatto soltanto di problemi, io voglio evidenziare invece le straordinarie potenzialità di una regione che ha raggiunto un certo grado di benessere e di qualità della vita, grazie a un passato di laboriosità e di sacrifici della sua gente oltre che e a una notevole capacità imprenditoriale, ma che oggi rischia di perdere il treno per il proprio futuro.
Quasi vent’anni di gestione Zaia e centrodestra non hanno risposto a come mantenere sostenibile il modello raggiunto.
Al di là della narrazione rassicurante, i dati del Veneto mostrano una regione con saldi demografici negativi: una popolazione che invecchia a velocità esponenziale, una natalità assente, una fuga di giovani che se ne vanno non solo all’estero, ma anche in altre regioni vicine come Emilia Romagna, Lombardia e Trentino, per costruire altrove il proprio progetto di vita», ha aggiunto Salemi.
La Regione Veneto, secondo la candidata di Italla Viva – per restare nel tema dei giovani e del loro futuro, ma anche per parlare di imprese – ha un’offerta formativa d’eccellenza ma non è sufficientemente in grado di intercettare i bisogni delle aziende e del variegato tessuto produttivo che ricerca personale qualificato. In sostanza c’è una difficoltà a incrociare la domanda con l’offerta.
«È necessario investire sul capitale umano, formazione, ricambio generazionale per portare innovazione, capacità produttiva, dinamicità economica e sostenere la competitività internazionale. Il Veneto quindi si deve rigenerare – precisa Salemi – grazie a una politica dalle scelte coraggiose, strategiche, concrete di programmazione e sviluppo per invertire la rotta di questa fotografia anagrafica che si sta sbiadendo».
Da questo cambio di rotta dipende il futuro del Veneto nei prossimi anni, una regione fatta prima di tutto di persone. «Serve la garanzia della tenuta di un sistema di protezione sociale senza lasciare sole le famiglie in tutto l’arco della vita: dal mantenimento dei figli alla cura dell’anziano o del disabile non autosufficiente. Le persone vanno sostenute, specie se versano in stato di fragilità, ma vanno anche indirizzate attraverso azioni mirate per l’accompagnamento al lavoro, con investimenti sulla qualità occupazionale – ha sottolineato Orietta Salemi che ha aggiunto – va data inoltre maggiore attenzione agli asset strategici del Veneto come turismo e cultura troppo spesso sottofinanziati, fino a politiche di sviluppo sostenibile per un territorio che assicuri qualità della vita oltre che competitività. Perché sviluppo e sostenibilità devono andare insieme».
«Più Verona nel Veneto. Verona e il suo territorio provinciale devono essere maggiormente valorizzate nel prossimo quinquennio. Troppe volte in questi anni c’è stato sempre un territorio che veniva prima di Verona, per investimenti di risorse e per attenzione politica. Per Galan c’era prima di tutto Padova, per Zaia Treviso. Possiamo dire che se Cristo si è fermato a Eboli, Zaia si è fermato a Treviso.
L’area veronese invece è strategica con primati di produttività, eccellenze agroalimentari, qualità logistica, attrattività paesaggistiche e turistiche, Università ed eccellenza di cura, vivacità culturali e della tradizione storica. Il territorio veronese è tutto questo: ecco perché deve trovare priorità nell’agenda del Governo della Regione», ha precisato Salemi che ha detto: «Dunque per me restano il Veneto come obiettivo e Verona nel cuore».
«È sotto gli occhi di tutti che ho scelto la corsa più difficile, quella dal risultato scontato, ma anche quella che si lascia alle spalle un porto sicuro per un approdo nuovo e ancora tutto da scoprire e costruire. Tuttavia, non mi sarei mai potuta perdonare uno scarto da quello che sento e che sono, una specie di distonia dalla mia coscienza. Perciò, vado avanti, ‘A viso aperto’», ha concluso Salemi.
«Il nostro è un progetto politico ambizioso e coraggioso anche se la strada è in salita – ha affermato Davide Bendinelli -.
La lista veronese ha esponenti competenti e con esperienze politiche pregresse. Vogliamo trovare un radicamento nelle Istituzioni a partire dalla regione per poi passare ai comuni fino ad arrivare a livello nazionale per unire progressisti e riformisti così da dare un’alternativa a un elettorato moderato orientato alla concretezza degli obiettivi e dei risultati. La gestione della regione Veneto è stata negli ultimi 20 anni baricentrica, prima a Padova e poi a Treviso, mentre Verona è stata dimenticata. Noi vogliamo far valere le esigenze della città e dei suoi 98 comuni».