Succede che il F.C. Legnago Salus approdi in serie C tra i professionisti e che tutto l’aspetto societario e sportivo dal 5 agosto si trasformi da dilettantistico a professionistico come pure tutte le sue squadre dai giovanissimi alla prima squadra.
Succede pure che una madre preoccupata perché suo figlio non viene riconfermato in squadra dalla Società, senza una apparente e precisa spiegazione, decida di parlarne alla redazione.
«Vorrei evidenziare la mia esperienza personale che denota come la società calcio Legnago Salus abbia escluso un ragazzo dalla rosa senza una motivazione basata su criteri oggettivi – racconta Elisa mamma di un ragazzo di 11 anni -. Dopo un anno sportivo già travagliato ed accorciato dal Covid, il 5 agosto mi rivolgo al segretario e dirigente accompagnatore Marco Marostica per chiedere quando si possa rinnovare l’iscrizione per l’anno 2020-2021 dei ragazzi del 2008 , ma la sua risposta fu che c’erano problemi per i tesseramenti a causa di un malfunzionamento del sistema gestionale».
«Il 17 agosto il papà di mio figlio, riceve una telefonata dal responsabile del settore giovanile Fulvio Isolani che lo avverte che nostro figlio non era stato scelto e quindi non rientrerà nella rosa 2020-2021 dei giovanissimi 2008. Alla richiesta di chiarimenti la risposta che abbiamo ricevuto è che la motivazione era soggettiva ed era di sua responsabilità la composizione della rosa delle squadre giovanili».
«Ma come? – si chiede la mamma – Dove sono le motivazioni oggettive dell’esclusione».
«Credo che nel 2020 non solo nelle società sportive, ma in tutti i settori della vita, i criteri di scelta debbano essere i più oggettivi e basati su parametri che, per quanto possibile, escludano ogni discriminazione» – è questa la considerazione a cui giunge Elisa -.
«Per quanto riguarda mio figlio le motivazioni potrebbero essere dovute a ripicche nei confronti dei genitori, ma senza spiegazioni si può pensare tranquillamente a dispetti, se non a veri e propri atti di discriminazione sociale.
Purtroppo, come in questo caso, chi subisce è sempre il più debole, ovvero il ragazzo, che cresce in un ambiente senza riferimenti dove tutto sembra un pò lasciato al caso, alle conoscenze e alle disuguaglianze. Come d’altronde ha dimostrato anche la situazione della scuola in questo anno disgraziato» – conclude la mamma.
Sarebbero ben 15 i ragazzi dei giovanissimi 2008, della rosa dello scorso anno, che quest’anno sono stati lasciati a casa dal Legnago Salus e approdati ad altre squadre locali.
«Non è assolutamente vero – afferma il responsabile del settore giovanile Fulvio Isolani -. Otto ragazzi hanno scelto di lasciare spontaneamente la società per iscriversi ad altre squadre locali, mentre altri sette ragazzi li abbiamo dovuti escludere noi per il semplice motivo che dal 5 agosto diventando il Legnago Salus una società professionistica è stata costretta ad allinearsi ai nuovi parametri sportivi e societari della categoria».
In pratica cosa é accaduto. Essendo il F.C.Legnago Salus promosso in serie C automaticamente anche la Società e le sue squadre, compreso le giovanili, diventano professionistiche e si devono adeguare ai nuovi parametri.
«Se rimanevamo in serie D la nostra intenzione era di fare due squadre di giovanissimi, – afferma Isolani – in quel caso avremmo mantenuto tutti i nostri ragazzi. Ora invece i parametri professionistici ci costringono a fare una squadra di 20 elementi, due dei quali dovrò lasciarli in tribuna, per tentare di competere con squadre come il Verona, Chievo, Piacenza, Udinese, Modena. Ma veramente qualcuno pensa che potevamo misurarci con queste squadre con i ragazzi che avevamo, per quanto bravi e generosi. Già ora, con la squadra rinforzata da nuovi arrivi importanti, dovremo fare miracoli per stare al passo».
«Ecco spiegato il motivo di tante incomprensioni con qualche genitore, – conclude il responsabile del settore giovanile – nessuno di noi si diverte a lasciare fuori rosa dei ragazzi ma è ancora peggio umiliarli, tenendoli in rosa, non facendoli mai giocare. Perciò, nessuna ripicca nei confronti dei genitori, ma lealtà sportiva nei confronti del ragazzo che lo aiuterà in futuro a crescere e fare le sue scelte».