Era stato lui a scegliere quel refrain, “Ba-ba Bauli”, che ha portato il pandoro di Verona nelle case di mezzo mondo. L’ingegner Alberto Bauli, figlio del fondatore di quello che oggi è il primo gruppo dolciario italiano.

Ė morto nel pomeriggio di ieri 11 agosto 2020 a 79 anni. Ne avrebbe compiuti 80 il 5 settembre prossimo. Lascia un gruppo da 472,6 milioni di euro di fatturato (dato 2018), con sede a Castel d’Azzano alle porte di Verona, oggi guidato dal nipote, Michele Bauli, presidente di Confindustria Verona.

Figlio di Ruggero Bauli, l’artigiano dei pandori che fondò il gruppo nel 1922, Alberto è stato presidente dell’azienda di famiglia per 25 anni e l’ha portata a diventare leader in Italia ed Europa nei dolci da ricorrenza come il pandoro, panettone e colombe, biscotti, merendine, brioches e crackers. Una crescita continua, portata avanti a colpi di acquisizioni: dalla trevigiana Doria, ai marchi Motta e Alemagna, alla Bistefani.

Un’attenzione quasi spasmodica ai marchi italiani, per tenerli sul suolo nazionale ed in mano ad un’impresa italiana, che ha fatto di Alberto Bauli, e dei suoi fratelli Adriano e Carlo, e oggi dei nipoti, un punto di riferimento dell’imprenditoria veronese, veneta ed italiana. L’ingegnere, inoltre, ha anche ricoperto per molti anni anche la carica di consigliere e presidente della Banca Popolare di Verona, poi Banco Popolare.

In una delle rare interviste, rilasciata più di 10 anni fa, aveva confessato di «avere ottenuto più di quello che poteva pensare, ma l’unica cosa che gli mancava era portare il mare a Verona».

«Bauli significa immediatamente Pandoro, un dolce che ogni anno porta la tradizione natalizia veronese in tutto il mondo – ha detto ieri il presidente della Regione, Luca Zaia, appena saputo della scomparsa dell’imprenditore -. Il Veneto ha perso un messaggero delle nostre tradizioni e del valore della nostra imprenditoria.

Alberto Bauli lascia la moglie Maria Gabriella e i tre figli Carlo Alberto, Francesco e Chiara.

 

Photo Alberto Bauli: Metadata.