Trovo Paolo Longhi in uscita dal suo ufficio di via Bezzecca e decidiamo per un caffè nel vicino bar a fianco del Palazzo di Vetro.
Sono le 10 del mattino ma il bar è quasi deserto, il gestore si lamenta dell’emergenza Coronavirus mentre noi ci sediamo.

Sembra che le dirette streaming delle sedute comunali abbiano destato interesse tra i cittadini, – gli faccio notare – anche se sui social girava qualche critica per il livello del dibattito del Consiglio.

«C’è questa tendenza leopardiana a rifugiarsi nei ricordi del passato per trovarvi un’illusoria grandezza da contrapporre alla presunta decadenza del presente.
Però la politica non si fa con le rimembranze e, al netto dei giudizi sulla bravura degli oratori odierni, mi viene facile, al contrario, dimostrare come tutti i nostri amministratori abbiano ben chiaro che si debba uscire dalla logica delle sterili contrapposizioni per il bene della Città. Non sempre a Palazzo de’ Stefani è stato così».

Cioè, cosa intendi.

«Nelle ultime sedute la stragrande maggioranza delle proposte è stata approvata all’unanimità: misure importanti per affrontare le difficoltà del bilancio comunale e quelle dei nostri cittadini.
Guardando alla minutaglia, che poi così minuta non è, il centrosinistra ha abbandonato le posizioni dogmatiche sulle regolamentazioni cosiddette “anti–caminelle” che impedivano di aprire nuovi ristoranti in città.
Anche il centrodestra, di contro, ha riconosciuto l’importanza dell’apporto costruttivo degli avversari, tant’è che su proposta del consigliere Mattia Lorenzetti sarà varata una Conferenza dei capigruppo che mi piace definire “di unità comunale”, col compito di sottoporre alla Giunta le migliori e fattibili proposte per far ripartire la città dopo la grave crisi determinata dalla pandemia».

Mi sembra un buon segnale, stai parlando di buona armonia amministrativa. Però come la giustifichi l’attenzione mediatica scatenata, anche in Consiglio, dal caso Tebon.

«Reality e porcherie varie in Tv fanno incetta di audience ma non vuol dire che siano i programmi migliori o più importanti. Nel caso specifico, il consigliere Simone Tebon ha qualificato come “diversamente etero” non un gay qualunque bensì il più noto ed orgoglioso paladino dei diritti degli omosessuali in città. Io rispetto la sensibilità di tutti ma ora voltiamo pagina, oppure sfogliamo la rivista Vanity Fair dove da tempo – senza scandalo – campeggia la rubrica “Diversamente Etero”. Questo per dire che in consiglio comunale non è importante l’armonia ad ogni costo, bensì la capacità di convergere sui temi importanti. C’è la sua bella differenza».

Un anno fa avveniva l’insediamento della nuova amministrazione Lorenzetti. Volendo fare un primo bilancio che cosa ne viene fuori.

«Graziano si è rivelato un sindaco competente e generoso: si è speso in prima persona per tutte le emergenze; la squadra di governo è giovane di esperienza ma affiatata e ha messo in campo molti e validi progetti, dando l’idea di avere una direzione di marcia complessiva, in particolare sulle infrastrutture, sui temi sociali, culturali e ricreativi.
È chiaro che dopo questa pandemia nulla sarà più come prima: andranno ridefinite le priorità anche sulla scorta delle più limitate risorse di bilancio e delle esigenze dei nostri cittadini.
Vale sempre il brocardo “primum vivere deinde philosophari”».
Che tradotto sarebbe “prima si pensi a vivere, poi a fare della filosofia”. Purtroppo agli avvocati non riusciremo mai a togliere l’abitudine di fare citazioni in latino.

A questo punto alzo un pò il tiro sui rapporti incrinati all’interno alla maggioranza: del caso del consigliere Guarino entrato nel gruppo misto, cosa ne pensi.

«Secondo me si è esagerato nel profetizzare la crisi dell’amministrazione Lorenzetti. Capisco che i nostri cittadini negli ultimi anni si siano abituati male con i troppi rimpasti ma ora il menù è cambiato e così pure lo chef.
Quanto al mio amico Angelo io non ho capito la sua uscita – per ora dal gruppo elettivo e non ancora dalla coalizione – e forse non l’ha compresa nessuno, probabilmente nemmeno lui. Un medico bravissimo e tenace, un politico ancora in cerca d’autore, questa potrebbe essere una definizione appropriata».

Emergenza Coronavirus come non parlarne. Più volte te la sei presa con quelli che hai definito SAQ, i Sorveglianti dell’Altrui Quarantena. Ora pare che il governo voglia istituzionalizzarli.

«Io capisco le paure del contagio, mi danno fastidio i mujaheddin del “restiamo a casa”. Se torniamo a chiudere tutto non riapriremo più, con buona pace anche del loro posto di lavoro. È troppo chiedere tolleranza e buonsenso?».

Basta politica, parliamo di teatro: “Statuta” l’ultima fatica di Margherita Ferrari e della Compagnia Poco Stabile “Mario Crocco” si è rivelata un grande successo di pubblico e d’incassi con tanti soldi versati in beneficenza. In autunno al Salus cosa ci riservate ancora.

«La nostra “scalcinata compagnia”, come l’hai definita tu agli albori, ha il grande merito di portare in scena brani della storia cittadina rimasti nel dimenticatoio.
Per la prossima esperienza ci piacerebbe ripercorrerne più d’uno, in un viaggio tra le diverse epoche della nostra Legnago. Speriamo sia possibile godere dell’affetto del nostro pubblico anche quest’anno».

Si è fatto tardi ci alziamo, al barista che mi fa lo scontrino pago i due caffè ma avverto Paolo che la prossima volta toccherà a lui. Mi risponde con una citazione in latino che non capisco…maledetta lingua.

 

Foto. a sinistra, il presidente del Consiglio comunale Paolo Longhi; a destra dall’alto, il sindaco Graziano Lorenzetti, consigliere Mattia Lorenzetti, il consigliere Simone Tebon e il consigliere Angelo Guarino.