È partita dall’indagine avviata nel febbraio 2019 dai Carabinieri di Legnago, mossa da una segnalazione su alcuni movimenti sospetti di mezzi pesanti nei pressi di un capannone in disuso nel comune legnaghese, l’operazione che ieri mattina ha visto i militari del Comando Carabinieri per la Tutela Ambientale di Treviso, in collaborazione con i comandi provinciali dell’Arma competenti per territorio, eseguire nove arresti ai domiciliari con braccialetto elettronico, due all’obbligo di dimora, ed il sequestro di beni per oltre un milione di euro in Veneto, Campania e Lombardia.

L’attività del Nucleo operativo ecologico di Treviso, coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia del Tribunale di Venezia, è finalizzata a smantellare un presunto gruppo criminale dedito, secondo le indagini, ad attività organizzate per il traffico illecito di ingenti quantitativi di rifiuti speciali. Sotto accusa tre ditte, due di trattamento e una di trasporto rifiuti.

Tre imprenditori veronesi, titolari di due società che sono state sequestrate a Cerea e Villa Bartolomea mentre la terza ha sede a Napoli. A loro, come agli altri indagati, viene contestato l’articolo 452 del codice penale, ovvero il traffico illecito di rifiuti.

Le aziende avrebbero agito con falsi codici dell’Elenco Europeo Rifiuti (Eer) nei formulari, gestendo illecitamente lo smaltimento di ingenti quantitativi di rifiuti speciali da Campania, Toscana e altre regioni del Nord Italia, senza le operazioni di trattamento/recupero e abbandonandoli in capannoni dismessi del Veneto e dell’Emilia-Romagna.

Sono stati accertati in tutto 25 trasporti illeciti, per lo smaltimento di circa 2.700 tonnellate di rifiuti, per lo più rifiuti speciali; le ditte coinvolte avrebbero accumulato un profitto illecito di oltre 700 mila euro. Oltre agli arresti ed ai sequestri sono state compiute 25 perquisizioni, di cui sei a carico di altre ditte al momento non indagate.