Il nuovo decreto governativo ha stabilito la chiusura in Italia delle fabbriche, escluse quelle essenziali, alimentari, farmaceutiche e per le produzioni ed servizi statetici.
Per quest’ultime il significato strategico ha determinato la possibilità, la necessità e a volte l’obbligo di alcune di continuare la propria attività anche in un momento di emergenza Coronavirus come quello attuale.

Ecco, Chemviron Italia Kuraray Company a Legnago è una fabbrica strategica, con la produzione di filtri al carbone attivo garantisce il funzionamento degli impianti di potabilizzazione degli acquedotti, oltre garantire la fornitura dei sistemi di depurazione per le aziende alimentari.

«Il pensiero comune trasmesso dai media ha associato la parola ‘essenziale’ a beni quali ad esempio quelli alimentari e farmaceutici – afferma il direttore dello stabilimento legnaghese Claudio Chieregato -. Ma c’è un bene da ritenersi ‘fondamentale’ ma che si dà per scontato perché presente in tutte le case a portata di rubinetto: l’acqua».

Nell’attuale fase prolungata di emergenza possiamo contare su acqua sicura per servizi essenziali legati non solo all’approvvigionamento idro-potabile di famiglie e comunità, ma anche all’igiene personale: lavarsi le mani resta infatti una misura essenziale di prevenzione primaria per il controllo della trasmissione del Covid 19, delle strutture ospedaliere e degli ambienti domestici.
Il virus non è stato ad oggi mai rilevato nelle acque potabili.

Nello stesso tempo si assiste però ad un incremento importante dei consumi, superiori anche del 30-40% rispetto ai valori stagionali attesi, riconducibile a un maggior utilizzo dell’acqua per fini igienici e all’aumentata residenza domestica della gran parte della popolazione, di conseguenza è necessaria anche una maggiore potabilizzazione degli acquedotti.

«In questo contesto Chemviron, in particolare l’attività dello stabilimento di Legnago, si inserisce in questa filiera contribuendo alla corretta manutenzione degli impianti di filtrazione a carboni attivi – spiega Chieregato -. Gli impianti a ciclo continuo dello stabilimento hanno dovuto e continuano a garantire l’indispensabile servizio di fornitura e rigenerazione dei carboni attivi.
Soprattutto nelle zone più colpite dall’emergenza quali Monza Brianza, Lodi, Milano, Pavia è stato ed è assicurato il trattamento di filtrazione e, più vicino a noi, per l’acqua che arriva nei rubinetti dei nostri comuni, Acque Veronesi ha continuato, con i nostri filtri, il trattamento degli inquinanti persistenti (Pfas)».

«In questo contesto Chemviron Italia, si è fin da subito attivata con un protocollo di sicurezza per tutto il personale interno ed esterno al fine di garantire la salvaguardia della salute dei lavoratori – continua il direttore – è stata creata una task force con la partecipazione dei rappresentati sindacali, per affrontare questa emergenza, che ha dato la possibilità di sviluppare un ambiente ancora più sicuro dal punto di vista igienico, implementando cicli di sanificazione, ma soprattutto sereno dal punto di vista psicologico, grazie ad un ambiente lavorativo protetto.
Tutti i lavoratori, consapevoli del ruolo strategico ed essenziale di Chemviron Italia, hanno applicato con professionalità, serietà e totale collaborazione il protocollo interno di emergenza migliorando ulteriormente gli obbiettivi di sicurezza che sono alla base della politica della società» – conclude Claudio Chieregato.

L’essenziale quindi non è così scontato, come dimostra l’attività di Chemviron Italia che senza tanti autoincensamenti e ribalte mediatiche lavora in silenzio per contribuire a garantire un bene primario come l’acqua potabile, alla portata di tutti.

Foto: a sinistra la fabbrica Chemviron Italia a Legnago; a destra, il plant manager Claudio Chieregato.