È stata una battaglia dura ma leale terminata solo a notte fonda quella tra maggioranza e opposizione legnaghesi nell’ultima seduta consiliare di ieri sera mercoledì 19 febbraio 2020.
L’assemblea, tenutasi a distanza di due mesi dall’ultima e convocata su richiesta dei gruppi consiliari di “Legnago Futura” e “Per una città in comune” ha riguardato numerosi argomenti, dalla prima variazione di bilancio, alla modifica dello Statuto, passando per la modifica dei regolamenti degli asili nido comunali e della Consulta dello sport.
Il piatto forte, sul piano politico, è stato servito dai gruppi di centrosinistra alla prima ora, con l’ordine del giorno “anti–sceriffo”, ovvero volto a determinare una sorta di sfiducia impropria nei confronti dell’assessore alla Sicurezza e allo Sport, Luca Falamischia, per i ritardi nella presa in carico della Cascina del Parco da parte dell’Associazione carabinieri.
L’assessore non ha negato le difficoltà nella gestione del caso, dovute però ad occupazioni abusive della stessa Cascina nonché a problematiche con il rinnovo delle utenze, rassicurando l’aula circa una prossima riapertura, da qui ottenendo la piena fiducia della sua maggioranza che ha respinto la mozione.
Quanto alle modifiche statutarie, presentate dal presidente del Consiglio Paolo Longhi, e riguardanti l’attuale articolo 70, esse riguardavano l’attribuzione al sindaco della possibilità di assumere dirigenti, per posti previsti in dotazione organica, a tempo determinato.
La proposta è passata all’unanimità, superando l’onere per Palazzo de’ Stefani, di tornare sull’argomento con una seconda votazione, qualora non si fosse raggiunto il quorum dei due terzi dei consiglieri.
Diversa l’accoglienza, dall’opposizione, per la prima variazione di bilancio. Vuoi perché due giorni prima un allegato alla delibera era stato modificato per approfondimenti tra dirigenti e funzionari circa le voci riguardanti emolumenti dei dipendenti, vuoi perché alcune voci, avendo una storicità – come ha spiegato Diego Porfido – avrebbero ben potuto essere inserite nel bilancio di previsione, quali il finanziamento del Fondo Nazionale del contrasto alla povertà o quello della Regione per i lavori di pubblica utilità. In ogni caso la proposta è risultata approvata e la comunità legnaghese potrà vedere investite provviste importanti, si tratta di circa 600mila euro, nell’ambito sociale, compreso lo Sportello antiviolenza.
Anche il nuovo regolamento dei nidi comunali ha trovato l’accoglienza dell’aula, ma solo grazie alla norma che attribuisce di non conteggiare tra i votanti quelli che si esprimono con l’astensione (in questo caso i gruppi di centrosinistra, mentre Shahine di Forza Italia ha espresso un voto favorevole).
In particolare non è piaciuta alla consigliera Silvia Baraldi la modifica della previsione nella formazione della graduatoria che ha abbassato i punteggi per il genitore disoccupato o in attesa di prima occupazione; critica respinta dall’assessore Alessandra Donà che ha spiegato che nella Città del Torrione tutti i bambini, in ogni caso, trovano spazio negli asili nido e che, comunque, una persona disoccupata ha più tempo da dedicare al proprio figlio rispetto al genitore impegnato al lavoro.
Non di grande momento sostanziale la modifica del regolamento della Consulta dello Sport, con la nuova previsione della facoltà di partecipare all’assemblea delle associazioni sportive per il fiduciario del Coni.
Per quanto si trattasse di una minutaglia amministrativa gli spettatori si sono potuti gustare il duello, tutto politico, tra il consigliere Diego Porfido e il vicesindaco Roberto Danieli, già fiduciario locale del Coni: non è più lui a rappresentare a Legnago e dintorni il Comitato olimpico; è bastato comunicarlo per smorzare le polemiche.
Quanto alla variante del Pat per l’adeguamento ai dettami della nuova legge regionale, volta a limitare il consumo del suolo. Cattive notizie per coloro che con l’occasione del piano degli interventi avevano formulato la domanda per una trasformazione urbanistica di un’area ad edificabile: Legnago potrà edificare poco più di 10 ettari, a fronte di richieste di consumo di suolo già ammesse dalla precedente amministrazione per più del triplo.
In questo caso il dibattito politico è stato vissuto con la modalità “amarcord”, ovvero con uno scambio al vetriolo tra i consiglieri con maggior continuità storica a Palazzo de’ Stefani, Porfido e Loris Bisighin, nel quale non si sono taciute le responsabilità politiche dell’una e dell’altra fazione circa i ritardi nell’approvazione dello strumento urbanistico e i suoi continui stravolgimenti, come fosse la tela di Penelope.
Michele Pezza
Foto: al centro, il Pat come la tela di Penelope; a sinistra dall’alto, Luca Falamischia, Diego Porfido, Loris Bisighin; a destra dall’alto, Roberto Danieli, Silvia Baraldi e Alessandra Donà.