Alla fine venerdì sera 7 febbraio, l’uomo del Family Day non si è presentato a Legnago, costretto a dare forfait per un’urgenza famigliare problematica’, come ha comunicato il suo sostituto, Piercarlo Peroni, ha comunque illustrato le ragioni dell’associazione “Family Day difendiamo i nostri figli” presieduta da Gandolfini su “Dat – Disposizioni anticipate di trattamento, accanimento terapeutico o cure?”, che hanno riguardato difesa della vita e testamento biologico. Quest’ultimo tema contro cui si batte l’associazione che organizza i Family Day.

Alla conferenza in sala civica patrocinata dal Comune di Legnago, hanno partecipato l’associazione Comunità Papa Giovanni XXIII, l’associazione medici cattolici italiani, il Centro Aiuto vita, il Centro femminile italiano, il Consultorio familiare cattolico.
Oltre alla sala gremita, l’evento era seguito in diretta streaming in diverse province; a moderare l’incontro l’avvocato Francesca Caloi.

Il relatore, l’avvocato Piercarlo Peroni dell’associazione Family Day, introdotto dall’assessore alle Politiche Sociali Istruzione e Famiglia Alessandra Donà, ha iniziato dalla Costituzione Italiana e dalla Convenzione Europea dei diritti dell’uomo per giungere poi alla convenzione di Oviedo ed all’attuale testo delle DAT, spiegando alla platea i vari termini, a volte abusati, come: coma, stato vegetativo, morte cerebrale, spiegando la distinzione tra accanimento terapeutico e insistenza terapeutica e portando a conoscenza del diritto al non accanimento terapeutico e al diritto di ricorso alle cure palliative per controllare il dolore.

«Purtroppo però – ha sottolineato Peroni – solo per il 25 per cento delle persone vengono usate le cure palliative, per le quali è prevista pure l’assistenza domiciliare per l’applicazione della terapia. Queste, sono poco applicate perché lo Stato stanzia pochi fondi per queste cure che sono evidentemente più costose di un’interruzione del trattamento o di una iniezione letale, ma se applicate assicurerebbero al malato un percorso più sereno verso una morte, inevitabile, ma non provocata».

«Ma così non è – ha continuato il relatore – le disposizioni anticipate di trattamento previste dalla legge non prevedono il preventivo confronto col medico. Così si è passati dal termine dichiarazione a quello di disposizione per il quale non è prevista una preventiva riflessione col medico anche se poi diventa vincolante per quello che dovrà curare.
Idratazione e alimentazione nelle DAT (Disposizioni anticipate di trattamento) vengono considerate trattamenti sanitari e non cure e quindi rientrano tra gli elementi di cui si può disporre l’interruzione accompagnando alla morte il paziente tramite la sedazione profonda.
È in questo punto delicato, in particolare, che la Corte Costituzionale ha recentemente individuato la via italiana all’eutanasia omissiva». – ha concluso il relatore del family Day.

Alla fine, nonostante la protesta nei giorni precedenti sollevata dal gruppo consigliare Legnago Futura e del circolo legnaghese del Pd che avevano chiesto venisse tolto il patrocinio del Comune alla serata, e soprattutto delle varie associazioni che difendono i diritti di omosessuali e lesbiche, con l’assenza di Gandolfini la serata ha avuto la sua conclusione senza problemi.

Foto: a sinistra la locandina della conferenza; a destra dall’alto, l’avvocato Piercarlo Peroni; l’assessore Alessandra Donà e Peroni; il pubblico presente al convegno.