Il commercio chiude il 2019 in rimonta, trainato da un dicembre che si è avvantaggiato del Natale, del Cyber Monday – caduto il primo lunedì del mese – e di un «lungo» Black Friday.
Ma gli affari non girano per tutti. I dati dell’Istat certificano infatti l’exploit dei guadagni per le piattaforme online, mentre non conosce fine la crisi dei piccoli negozi.
Le associazioni di categoria lanciano un nuovo grido di allarme e chiedono direttamente al Governo di intervenire per salvare il settore, agendo sul credito e sul fisco. I numeri dell’Istat parlano chiaro: il commercio nel 2019 segna una ripresa con un rialzo dello 0,8%, in accelerazione rispetto all’anno prima (+0,1%). La grande distribuzione registra una performance positiva grazie ai discount alimentari, che mettono a segno un aumento del 4,5%.
Ma è solo l’e-commerce che mostra una crescita a doppia cifra (+18,4%). Tutt’altra storia per botteghe e negozi di vicinato: in contrazione per il terzo anno (-0,7%). Dicembre, che rispetto a novembre avanza dello 0,5%, amplia ancora i divari.
Se per i “big” l’ultimo mese dell’anno è sostanzialmente risultato stazionario, per le vendite online è stato un periodo d’oro (+38,3%). Cosa che probabilmente prova la riuscita delle campagne di sconto d’inizio mese. E infatti i consumi si sono concentrati nei settori dell’informatica e della telefonia, ma bene sono andati anche gli acquisti di scarpe e borse e di elettrodomestici «neri».
Invece sono rimaste ferme le vendite sull’alimentare.
D’altra parte oggi si compra «solo nei discount», osserva Coldiretti. Confcommercio vede solo «residui segni di vitalità», grazie anche all’impatto del Black Friday che si sarebbe «protratto e consolidato sulla prima parte di dicembre». Ma restano, sottolinea, «non pochi elementi di criticità», con «i negozi di piccole dimensioni in profonda crisi». Senza provvedimenti “forti” non se ne uscirà, avvertono le associazioni.
[Marianna Berti]