E’ stato ricordato a Barcellona Pozzo di Gotto nella provincia messinese il giornalista Beppe Alfano, ucciso la sera dell’8 gennaio 1993 mentre tornava a casa. Una cerimonia organizzata dal Comune si è svolta questa mattina sul luogo dell’agguato, in via Guglielmo Marconi.

All’evento hanno partecipato il prefetto di Messina, Maria Carmela Librizzi, il vicesindaco Filippo Sottile, la vedova Mimma Barbaro, i figli del giornalista assassinato dalla mafia, alcuni giornalisti e rappresentanti delle forze dell’ordine.

«I cronisti siciliani non dimenticato figure come Alfano, – ha sottolineato Leone Zingales dell’Unione nazionale cronisti – giornalisti che hanno onorato la professione con servizi e inchieste brillanti e puntuali. Ed è proprio perché faceva bene il suo mestiere, raccontando fatti e circostanze, con tanto di nomi e cognomi, che i mafiosi lo hanno strappato agli affetti più cari».

Questo il commento su “lasiciliaweb” per ricordare il giornalista scomodo per il suo impegno civile contro la mafia, la corruzione e i poteri occulti che lo avrebbero esposto ad alti rischi. Ancora oggi restano fitte le ombre sulle responsabilità di quel delitto.

Anche Massimo Mariotti, esponente di Fratelli d’Italia Verona, ha voluto ricordare l’uccisione di Beppe Alfano: «Aveva 48 anni, giornalista de “La Sicilia”, Eroe di Destra. Beppe Alfano era militante del MSI, assassinato per il suo impegno civile contro “Cosa Nostra”, la corruzione e i poteri forti. Contrario alla cosiddetta “trattativa”. Ordine, Legge e Stato hanno costituito i principi ispiratori che lo legano indissolubilmente alla figura di Paolo Borsellino. Alto esempio di giornalismo di inchiesta e di impegno sociale».

Foto: il giornalista Giuseppe Alfano ucciso dalla mafia l’8 gennaio di 27 anni fa. Aveva 48 anni.