La battaglia sulle liste d’attesa “bloccate” per esami e visite all’ospedale di Legnago diventa sempre più incandescente. Mentre i cittadini infuriati fanno la fila per firmare al gazebo che il Tribunale del malato e dell’ anziano ha portato in piazza Garibaldi da sabato 30 novembre, l’argomento è stato oggetto di scontro anche in consiglio comunale. E la raccolta di firme del Tdma ora punta ad allargarsi anche ad altri paesi dell’ex Ulss 21. 

«Siamo stati in piazza anche sabato 7 dicembre e continueremo la raccolta di adesioni, anche in altri paesi, a questo dossier-petizione che poi invieremo ai vertici della Regione e dell’ Ulss 9», spiegano la presidente del Tdma legnaghese, Maria Manara, e Roberto Venditti, responsabile della tutela nello stesso Tribunale del malato e dell’anziano, parlando della raccolta di firme contro le cosiddette “liste di galLeggiamento” all’ospedale Mater Salutis di Legnago. Una petizione su due documenti destinati il primo raccogliere le esperienze dei cittadini alle prese con il Centro di prenotazioni unica dell’Ulss 9 ed il secondo di “Protesta contro i tempi di attesa e contro l’assenza di liste di prenotazioni per esami importanti”.

Un tema diventato caldo e che è stato affrontato nel consiglio comunale del 28 novembre a Palazzo De Stefani, grazie al gruppo consiliare di “Legnago Futura”, con il sostegno di Renato Defendini (“Per una città in comune”), che ha presentato un’ interrogazione sull’argomento. 

«L’ospedale – ha ricordato Porfido – non può e non deve rimanere un tema caldo solo per i mesi di campagna elettorale. Sembrano permanere i problemi delle liste di attesa per cui i cittadini non riescono a prenotare visite specialistiche, anche quelle previste come completamento della terapia. Spesso, il Cup indirizza gli utenti verso strutture private o ospedali limitrofi, utilizzando le cosiddette liste di galleggiamento, e che ciò comporta un depauperamento del nostro ospedale. E facendo così crolla il volume di prestazioni e quindi di potenzialità dell’ospedale stesso, rischiando pian piano un declassamento con tutte le conseguenze». 

Alla protesta delle minoranze ha risposto il sindaco Graziano Lorenzetti, fornendo un documento prodotto dall’Ulss 9, corredato di cifre che disegnano una situazione opposta a quella prefigurata dal Tribunale del malato e dell’anziano e dall’opposizione: su una media di 4900 visite ed analisi mensili, 4700 «vengono erogate entro la scadenza indicata nell’impegnativa medica», per un risultato positivo del 96%. 

Per le prestazioni cosiddette “differibili”, il dato parla addirittura di un 99% effettuate entro i termini. 

Il primo cittadino ha inoltre annunciato che, su sua richiesta, la direzione generale dell’azienda ospedaliera ha deciso la costituzione di un tavolo tecnico permanente dedicato proprio al “Mater Salutis”, ed ha invitato i rappresentanti dell’ opposizione a prendervi parte. 

Pronta la controreplica di Porfido: «Accettiamo con piacere l’invito del sindaco a partecipare al tavolo tecnico con i vertici dell’ospedale per tenere alta l’attenzione su questo bene irrinunciabile e sul quale ci auguriamo si possa far tutti squadra a prescindere dal colore politico. Chiediamo con forza una presa di posizione anche di due consiglieri di maggioranza, il dottor Angelo Guarino, delegato alle Politiche della salute, e il dottor Antonio Costanza, delegato ai Rapporti con le strutture ospedaliere, per far sentire ancora più forte la voce di tutta questa amministrazione, su questo tema per tutti importantissimo». 

La chiamata in causa del consigliere Guarino non ha dovuto attendere molto: l’interessato, con un post sul suo profilo personale di Facebook, ha testimoniato: «Mi domando se nel computo fornito dalla direzione dell’ Ulss 9, alquanto dubbio, siano inserite anche le centinaia di persone, tra le quali molti con difficoltà a 

muoversi autonomamente, che ogni mese, visti i tempi di attesa così tanto “rispettati”, chissà per quale cervellotica ragione personale scelgono di eseguire gli esami presso la “X-ray one” di Poggio Rusco, piuttosto che a Monselice o Pozzonovo, Negrar, Verona. O in centri privati convenzionati e non che, guarda caso, negli ultimi tempi spuntano come funghi. Evidentemente i nostri malati amano viaggiare o pilotare le automobili. E dai con le fughe di risorse verso altre regioni». 

«All’ospedale di Legnago continua l’illegalità di tenere alcune liste, per esami, prime visite e controlli periodici, bloccate ossia non aperte – ribadiscono al Tdma -. In pratica l’utente che si reca al Cup, ancora competente solo per Legnago, Nogara e Bovolone ma non attivo per tutte le altre strutture dell’ Ulss 9, anziché ottenere la prenotazione richiesta con il rispetto dei tempi indicati dal medico di base, si sente rispondere dagli operatori: “la lista non è stata aperta, perciò dovrà ripassare”. A tutti i cittadini deve essere chiaro che la legge prevede che il Cup rispetti i tempi previsti dalla classe di priorità indicata dal medico di base – riepilogano dal Tribunale del malato e dell’ anziano -. 

Nel caso l’ azienda sanitaria pubblica non sia in grado di rispettare i tempi prescritti dalla classe di priorità è obbligata dalla legge ad offrire al cittadino una soluzione alternativa, ossia soddisfare la richiesta con propri mezzi o specialisti inviando il paziente alla libera professione con gli stessi diritti; inviare a proprie spese il paziente presso una struttura convenzionata privata e anche in questo caso il paziente paga solo il ticket solo se ne è tenuto». 

[Il Nuovo Web partnership Primo Giornale] F.Z.

 

Foto: a sinistra, l’ospedale Mater Salutis di Legnago; a destra il alto, il consigliere Diego Porfido e il sindaco Graziano Lorenzetti; in basso, la presidente del Tdma legnaghese Maria Manara e Roberto Venditti, responsabile della tutela nello stesso Tribunale del malato e dell’anziano,