Gli affidamenti minorili e gli scandali che vi girano intorno: quello di Bibbiano e tutti gli altri che da molti anni a questa parte sono accaduti all’oscuro dell’opinione pubblica.
«A raccontare le vicende – afferma Ester Bonfante, presidente di Fidapa Legnago – sarà l’autore Maurizio Tortorella, giornalista che da molto tempo si occupa di giustizia minorile e più volte ha denunciato gli eccessi dei servizi sociali e la facilità con cui troppo spesso procedono agli allontanamenti dei minori dalle loro famiglie».
Venerdì 15 novembre alle ore 20.45, presso la Sala Civica di Via Matteotti 6 a Legnago, l’autore incontra il pubblico per parlare del delicato tema e per presentare la sua inchiesta “Bibbiano e dintorni. Bambini strappati alle famiglie: uno scandalo annunciato, un cinico business da fermare”.
L’evento, promosso da Fidapa (Federazione Italiana Donne Arti Professioni e Affari) Bpw Italy Legnago e Basso Veronese, prevede la partecipazione dell’avvocato Cristina Franceschini, presidente dell’associazione Liberi Onlus ed esperta in diritto di famiglia e dei minori.
Modera l’incontro il giornalista Federico Zuliani. Ingresso libero.
Foto: a sinistra, la locandina dell’evento; a destra alcune componenti di Fidapa Legnago, da sinistra, Elisabetta Baritono, Alessandra Barin, la presidente di Fidapa Ester Bonfante e Cristina Franceschini presidente di Liberi Onlus.
I PROTAGONISTI:
Maurizio Tortorella, giornalista professionista. Ha lavorato al Sole 24 Ore, a OO. Mondo Economico, a Fortune Italia. E’ stato condirettore di Economy, inviato speciale di “Panorama”, per il quale ha seguito tutte le principali inchieste giudiziarie degli anni Novanta, e poi vicedirettore dal 2009 al 2016.
Ha scritto quattro libri libri: “L’ultimo dei Gucci”, “Rapita dalla giustizia”, “La Gogna” e “Bibbiano e dintorni”, uscito il 19 settembre racconta l’inchiesta Angeli e Demoni e fa il punto sui disastri del sistema degli affidi familiari e della giustizia minorili.
Il libro prende le mosse dall’inchiesta “Angeli e Demoni” della Procura di Reggio Emilia (in appendice nel libro), emersa alla fine dello scorso giugno con 17 tra amministratori locali del Comune di Bibbiano, assistenti sociali e psicologi indagati e/o arrestati in base a gravi ipotesi di reato: maltrattamenti su minori, lesioni gravissime, violenza privata, frode processuale, depistaggio, falso ideologico, abuso d’ufficio, etc.
L’indagine reggiana ipotizza che assistenti sociali e psicologi abbiano redatto molte false relazioni per il Tribunale dei minori, segnalando abusi e maltrattamenti inesistenti al solo scopo di allontanare i bambini dalle famiglie e di collocarli in affido retribuito presso amici e presso case famiglia.
Gli amministratori locali avrebbero consapevolmente scelto gli psicologi e le strutture d’affido, senza alcuna gara d’appalto e stabilendo compensi doppi rispetto a quelli di mercato.
“Bibbiano e dintorni” vuole soprattutto essere un grido d’allarme sul sospetto che gli affidi facili possano nascondere un business vergognoso. Perché è vero che l’inchiesta giudiziaria è ancora nella fase preliminare, ma non è certo la prima volta che si scopre che, dietro al fenomeno degli allontanamenti di minori dalle loro famiglie (circa 50mila minori, più altri 100mila mantenuti all’interno delle famiglie d’origine e affidati ai servizi sociali), si nascondono conflitti d’interesse e interessi economici.
I numeri sono imponenti: si stima che l’intero settore abbia un fatturato annuo di almeno 4,5 miliardi di euro.
Per ogni bambino collocato in una casa famiglia, gli enti locali versano da 70 a 400 euro al giorno alle oltre 3mila strutture d’accoglienza, che dal 2007 sono tutte private, e in maggior parte cooperative e onlus.
Lo scandalo di Bibbiano, sul quale negli ultimi mesi la politica si è impropriamente accapigliata e sul quale gran parte dell’informazione ha steso un anomalo velo di omertà, diventa così l’occasione per raccontare quello che, sulla materia, è accaduto da molti anni a questa parte e che l’opinione pubblica in gran parte ignora. A farlo è un giornalista che da molto tempo si occupa di giustizia minorile e più volte ha denunciato gli eccessi dei servizi sociali e la faciloneria con cui troppo spesso procedono agli allontanamenti.
Dal 2015, l’autore denuncia anche il vero e proprio scandalo dei giudici onorari presso i Tribunali dei minori che si trovano in un conflitto d’interessi: sono 211 su 1.082, e sono psicologi, terapeuti e professionisti che hanno un qualche collegamento professionale.
I PROTAGONISTI:
Cristina Franceschini , avvocato. Esperta sui diritti della famiglia e dei minori. Presidente dell’associazione “Finalmente liberi Onlus”. L’associazione “Finalmente Liberi Onlus” è nata a Verona e opera su tutto il territorio nazionale. Presieduta dall’avvocato Cristina Franceschini è rappresentata da diversi professionisti dell’ambito medico, come lo psichiatra Paolo Cioni, la pediatra e medico legale Maria Serenella Pignotti e la psicologa Elvira Reale, ma anche dal giudice dimissionario Francesco Morcavallo.
Sin dalla sua costituzione, l’associazione ha da subito catalizzato l’attenzione di molte istituzioni – anche governative – operanti nel settore della tutela dei minori.
«Finalmente Liberi Onlus si è sviluppata con l’intento di fare luce sul business degli affidi minori, piaga del nostro sistema giudiziario. – afferma Cristina Franceschini – Il nostro obiettivo è quello di sostenere le famiglie nel percorso che oggi, troppo spesso, le rende vittime delle istituzioni. La nostra associazione interviene nella gestione dei singoli casi, ma intende anche sensibilizzare l’intera opinione pubblica partendo dagli organismi che dovrebbero per primi provvedere alla tutela di chi per età, come nel caso dei minori, o per posizione sociale non ne sarebbe diversamente in grado».