Mentre la nuova giunta comunale sta decidendo in questo inizio di mandato, le modalità e le azioni da intraprendere nei confronti della Chemviron, la fabbrica di rigenerazione filtri in carbone situata alle porte del centro, ecco che sul quotidiano locale di oggi, domenica 14 luglio, viene pubblicato un articolo per attestare i 10 anni di successo dell’azienda senza nessun infortunio.

Di rimbalzo il sindaco Graziano Lorenzetti afferma, ancora una  volta, quanto sostenuto in campagna elettorale: «È nostra intenzione programmare con la proprietà della   Chemviron lo spostamento e gli interventi sulle emissioni atmosferiche in attesa della realizzazione del nuovo stabilimento».

Non volendo entrare nell’elenco dei pro e contro Chemviron per la situazione di presunto inquinamento atmosferico e acustico, testimoniato da parecchie persone, ma non certificato dall’Arpav, che la monitora costantemente, vogliamo però pubblicare l’articolo integrale per un’informazione corretta.

L’articolo dell’Arena.

Imprese: Chemviron a Legnago 10 anni senza infortuni.

Dieci anni all’insegna della sicurezza. Un marchio di fabbrica che per il gruppo Chemviron, leader internazionale nella riattivazione del carbone attivo con sede italiana nella provincia scaligera, costituisce un motivo d’orgoglio al pari della qualità produttiva. «Le persone sono il nostro valore più importante», afferma Claudio Chieregato, direttore dello stabilimento di Legnago (ex Ceca Italiana, conosciuta dai legnaghesi con il vecchio nome dell’azienda, l’ex Anticrosmos) di Chemviron Italia, recentemente acquisita dal Gruppo giapponese Kuraray, che ha condiviso con i 50 lavoratori alle sue dipendenze e alcuni contractor esterni il traguardo del primo decennio di attività senza infortuni.

Un record ancora più significativo per una realtà con una forza lavoro così consistente, e una via vai continuo di persone tra gli spazi dello stabile, «nel quale abbiamo quotidianamente a che fare con un prodotto che, se non correttamente trattato, incide sulla salute sia dei dipendenti che dei clienti finali».

Attenzione massima anche per l’ambiente, «quindi per la salute di tutti i nostri concittadini», aggiunge Chieregato, sottolineando l’impegno per il costante monitoraggio degli impatti su aria e acqua, nonché i livelli di rumore, controllati con misuratori sempre in funzione .

«I risultati fin qui raggiunti sono esito di un perseverante e rigoroso rispetto delle norme di legge in materia di salute e sicurezza sui luoghi di lavoro», dice ancora, «ma anche delle politiche interne al gruppo», che oltre corsi formativi previsti per legge, «sottopone i lavoratori a percorsi di addestramento per migliorare l’attenzione alla sicurezza sia in ambito lavorativo che al di fuori, dai comportamenti virtuosi da seguire nelle singole fasi produttive o nella guida dei mezzi, ai consigli per evitare i piccoli incidenti domestici (nel 2018, erogate al riguardo oltre 500 ore di formazione)».

Serrati anche i controlli: 54 quelli a sorpresa nell’ultimo anno, 22 le ispezioni pianificate, 3 gli audit ambientali e di sicurezza interni.«Un approccio trasferitoci dalla nostra casa madre», precisa Claudia Taietti, responsabile Hseq (Health, safety, environment and quality, ovvero salute, sicurezza, ambiente, qualità) per il sito legnaghese, «con la quale siamo costantemente in contatto per lo scambio di informazioni e soluzioni sempre più avanzate», tanto da poter far scuola anche ai «colleghi di altri siti in visita ai nostri impianti, tra cui responsabili del settore giapponesi e americani».

Sforzi che premiano anche con riconoscimenti di livello internazionale come il «safety award», attribuito alle migliori aziende del gruppo in ambito sicurezza.

Dieci anni senza infortuni dunque. Ma la storia di Chemviron (il cui carbone riattivato è impiegato per filtri in ambito alimentare, potabilizzazione delle acque e altre applicazioni industriali) e il suo impegno sul fronte salute e sicurezza dura da ben più tempo, cioè quasi un secolo: un periodo «durante il quale i nostri dipendenti sono stati indenni persino da malattie professionali. E questo nonostante la frequenza delle attività svolte nel nostro stabilimento, per il quale transitano anche ditte appaltatrici e semplici visitatori, tutti puntualmente istruiti sulle norme di sicurezza vigenti in azienda. Una protezione a breve potenziata con nuovi progetti, tra cui la fornitura di una card di accesso corredato di informazioni sui protocolli da seguire per muoversi in azienda in piena sicurezza».

Foto: a sinistra, vista aerea dello stabilimento Chemviron; a destra dall’alto, Claudio Chieregato, direttore dello stabilimento di Legnago; l’entrata della fabbrica; il sindaco Graziano Lorenzetti.