Sistemato il risiko dei posti in giunta, con qualche “mugugno” i cui effetti andranno verificati nei prossimi mesi, e circumnavigato lo scoglio della presidenza del consiglio comunale, ora il neo sindaco di Legnago, Graziano Lorenzetti, dovrà confrontarsi con le nomine di competenza municipale nei vari enti.
Partendo da un problema che è sempre lo stesso per tutte le amministrazioni: gli aspiranti a questa o a quella poltrona sono sempre in numero maggiore rispetto ai posti disponibili. E questo, nonostante il primo cittadino sia pronto a far leva sul cosiddetto “spoil system”, ossia il passo indietro di chi è stato nominato negli enti dalla precedente amministrazione.
A tal proposito, i bene informati sostengono che Lorenzetti sia pronto a chiedere agli interessati le dimissioni, inviando loro una missiva. E gli addetti ai lavori sussurrano che questa procedura potrebbe riguardare addirittura la carica più ambita, ossia il posto in quota al Comune di Legnago nella Fondazione Cariverona. Questo, nonostante la scadenza naturale del mandato dell’ attuale rappresentante, Stefano Gomiero, sia tutt’altro che prossima, senza
menticare che fu proprio una giunta a trazione leghista, quella di Roberto Rettondini, a indicare il penalista di origini varesine, che è anche alla testa della Fondazione Salieri.
Il sindaco dovrà poi rispolverare il “Manuale Cencelli”, anche se non è detto che all’interno del medesimo gruppo politico tutti remino nella stessa direzione, come dimostrato dall’accesa lotta tutta al femminile, nella lista “Lorenzetti sindaco” per l’ incarico di assessore al bilancio, andato a Daniela De Grandis ma al quale ambiva anche Giuliana Frison. O come per i posti in giunta in quota Lega con il derby per l’assessorato allo sport tra Luca Falamischia, che ha poi prevalso, e Maurizio De Lorenzi.
Per quest’ultimo, oggi segretario di circoscrizione del Carroccio, si parla di un incarico importante, come ad esempio la Casa di riposo. Per la presidenza di quest’ultima, in verità, sarebbe in pole position un altro leghista, ossia l’ ex capogruppo consiliare Michele Menini, che dell’istituto per anziani è già stato nel consiglio di amministrazione. Dopodiché andranno assegnati anche gli altri posti nel consiglio, garantendo una rappresentanza alle minoranze, dove a farla da padrona è la coalizione che ha sostenuto Gandini, che conta su 5 rappresentanti a Palazzo de’ Stefani sui sei dell’opposizione, con il solo Toufik Riccardo Shahine a rappresentare il gruppo formato da forzisti, ex leghisti e civici.
Ambita è poi la guida di Lese, società che gestisce la discarica di Torretta, alla quale ha fatto più di un pensierino Nicola Silvestrini di “Legnago Domani”, ritenuto tra i più scontenti dopo la prima infornata di nomine. In lizza anche Luca Sordo, così come Riccardo Filippini che, candidato della Lega, ha rinunciato all’ingresso in consiglio comunale dopo le dimissioni degli eletti entrati in giunta.
Altri due nomi che circolano per la guida di Lese sono quelli degli stessi De Lorenzi e Rettondini: quest’ ultimo, in particolare vanta una lunga militanza nel partito, ormai quasi trentennale, sia due “sacrifici” importanti: 5 anni orsono accettò di non essere ricandidato a sindaco, e pochi mesi fa, per rimediare all’errore sulla rappresentanza di genere nella lista leghista, fece un passo indietro da candidato consigliere.
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Foto: a sinistra il sindaco di Legnago, Graziano Lorenzetti; a destra dall’alto, Roberto Rettondini, Nicola Silvestrini e Riccardo Filippini.