Giordano Riello oggi è responsabile commerciale relazioni Intercompany Aermec Bevilacqua, presidente Nplus S.r.l. di Rovereto, membro consiglio di amministrazione RPM S.p.a. di Badia Polesine, ex presidente Giovani Imprenditori Confindustria Veneto ed ex alunno del Liceo Statale Giovanni Cotta di Legnago.

A lui, per le sue radici imprenditoriali legnaghesi, ho chiesto di trasmettere un segnale ai candidati sindaci di Legnago: Diletta Marconcin, Graziano Lorenzetti, Riccardo Shahine e Silvio Gandini.

«È cosa nota a tutti che oggi la nostra Nazione e la stessa Europa stiano attraversando una profonda crisi identitaria.

Si è persa la direzione e non si ha spesso nemmeno la voglia di riprendere in mano quella bussola che avrebbe dovuto indicare ai territori della nostra penisola la giusta via da percorrere per tracciare un futuro responsabile, e quanto più possibile sicuro, per le future generazioni.

L’Italia oggi è apolide in Europa e l’Europa interpreta il ruolo di Giulio Cesare quando difronte al figlio Bruto, interpretato oggi dall’Italia, venne trafitto a morte: “Quoque tu, Italia, filia mea”.

Credo che oggi a differenza del periodo elettorale di cinque anni fa quando era meno marcata questa crisi identitaria sia indispensabile tornare a quegli antichi valori che sono stati driver e motore di crescita. 

Per farlo è necessario partire dai territori e quindi, dai nostri comuni. Nell’era della globalizzazione dove le distanze sono sempre più corte ed i tempi sempre più veloci il buon Amministratore ha il compito di pensare al proprio territorio in chiave internazionale e non più locale. 

Il paradigma si è capovolto rispetto a quella che poteva essere l’Amministrazione comunale fino a qualche anno fa.

È vero che la nostra Legnago è una comunità di poco più di 25.000 persone e che un tempo si trovava in competizione con Camposanpiero, Montebelluna, magari Francoforte o Parigi ma, oggi, Legnago si trova in competizione con la città di Zhanjiang nella Cina meridionale con 6 milioni di abitanti ed importanti impianti meccanici ed alimentari o São José dos Campos in Brasile con i suoi 500.000 abitanti e una delle aziende di aeroplani commerciali più importanti al mondo.

Per la sopravvivenza dei nostri comuni e con loro delle nostre aziende è importante interpretare queste trasformazioni e cercare di comprendere, recepire e decodificare in chiave “legnaghese” il cambiamento confrontandosi quotidianamente con la società civile ed il mondo produttivo, raccogliendone le istanze ed intervenendo con celerità per guidare l’evoluzione attivamente e non subendola in modo passivo e inerte.

Questa è una battaglia che potremo vincere solo se uniremo le forze, anche e soprattutto come Amministrazioni comunali, le quali avranno il delicato compito di essere forti ed incisive nel loro territorio perché solo così potremmo rendere più forte il nostro sistema Paese. 

Legnago è parte di un complesso ecosistema e la nostra lungimiranza starà nel rendere ben visibile la parte dell’ecosistema che ci riguarda portando le nostre istanze sui tavoli Europei che infondo non sono poi così distanti come ci immaginiamo.

Anche se la Cina ed il Brasile, che ho citato poche righe sopra, hanno la forza dei grandi numeri e dei grandi capitali noi abbiamo la straordinaria e dirompente potenza della tradizione e della qualità.

Legnago nella storia è stata riconosciuta come punto di riferimento per cultura industriale ed artigianale, per innovazione e tradizione, un patrimonio che abbiamo il dovere di salvaguardare gelosamente e rispettare decodificandolo nel moderno linguaggio. Un linguaggio che deve essere comune alle imprese ed agli amministratori locali perché, come ben sappiamo, questa partita si gioca in due ed al gol ci si arriva solo quando la politica non scende in campo solo per il voto e l’industria non gioca solo per il profitto. 

Questa è una partita che possiamo vincere solo quando insieme giochiamo per la nostra comunità e per il nostro territorio.

Spero, ma ne sono convito, che tutti i nostri candidati Sindaci: Marconcin, Lorenzetti, Shahine e Gandini, abbiano ben chiaro questo concetto e che siano mossi dal responsabile senso civico per far vincere non il loro partito o la loro lista indipendentemente da quale questa sia, ma la nostra città ed il nostro territorio.

Siamo cittadini della “bassa” che vogliono però “puntare in alto” e per farlo il mio invito ai candidati è di guardare a quello che il nostro territorio ha storicamente rappresentato per il nostro Paese nel corso della storia fin dal 1750 con Antonio Salieri e poi con Giovanni Battista Cavalcaselle fino ad oggi. 

Il nostro primo cittadino avrà l’importante compito di portare la nostra città anche a Bruxelles e Strasburgo.

Grazie a chi, in questa tornata elettorale, ha dato la disponibilità per mettersi a servizio di tutti noi. Buona fortuna a tutti i nostri candidati ma, soprattutto, buon lavoro a quello che sarà dopo il 9 giugno il nostro nuovo Primo Cittadino.