Platea al completa ieri sera, mercoledì 27 marzo, al teatro Salus per la prima del confronto tra i quattro aspiranti inquilini di Palazzo de’ Stefani. 

Li ha presentati sul palco da sinistra a destra, Lucio Salgaro: Diletta Marconcin per Legnago Chiama, Toufik Riccardo Shahine della coalizione Forza Italia, Viva Legnago e Prima Legnago; Silvio Gandini al timone di Legnago Futura, Per una Città in Comune e LiberInsieme; Graziano Lorenzetti candidato di Lega, Laboratorio Legnago (che diventerà Lista Lorenzetti Sindaco), Fratelli d’Italia e Legnago Domani.

I temi trattati sono stati diversi, dalla precarietà del lavoro al mondo dell’agricoltura, dalle problematiche dell’industria al commercio, alla sicurezza.

Emozionata, ma non poteva essere diversamente, la giovane Diletta Marconcin che comunque ha fatto giungere chiare alla platea le sue idee, soprattutto quando ha affermato che bisogna essere cauti nel promettere sogni agli elettori come per esempio lo spostamento della fabbrica Chemviron, ora in mano giapponese, dall’attuale sede di fronte al centro commerciale, per sospetta causa di inquinamento.

Incisive le risposte e a 360 gradi, come sempre, dello showman Tupi Riccardo Shahine che in maniera efficace sa parlare alla pancia della gente, soprattutto su temi che sente particolarmente importanti e urgenti come la salute pubblica e la rivitalizzazione del centro cittadino immaginando l’ipotesi una specie di Rambla che attraversi la città.

Da politico navigato le risposte di Silvio Gandini, sempre oculate e meditate. Indubbiamente l’esperienza e la conoscenza aiuta molto; più volte applaudito quando affronta il tema del teatro Salieri esaltandone i risultati e della preoccupante situazione dell’ospedale Mater Salutis.

Documentati e mai banali gli interventi di Graziano Lorenzetti, che da esponente del Carroccio fa suo il tema della sicurezza dei cittadini e difende le scelte della Regione sulla sanità locale. Riceve consensi dalla platea quando rivendica la progettazione della zona industriale di San Pietro ma solleva contestazioni quando si attribuisce il merito della ricostruzione del teatro Salieri bloccata da cinque anni dall’amministrazione precedente.

Bravo Lucio Salgaro nella conduzione del dibattito, unico errore quando ha voluto esprimere pubblicamente una sua personale interpretazione negativa, della conduzione del Teatro Salieri, violando di fatto l’imparzialità del dibattito e attirandosi le ire insistenti a “fine trasmissione” del presidente della Fondazione Salieri, Stefano Gomiero.

Tutto sommato lo spettacolo valeva il biglietto, ora attendiamo le repliche.

Foto: in alto, il tavolo dei lavori con Diletta Marconcin, Toufik Riccardo Shahine, Lucio Salgaro, Silvio Gandini e Graziano Lorenzetti; in basso a sinistra la platea del teatro Salus al completo; i quattro candidati prima del confronto.