Domani, martedì 5 marzo si chiude il ciclo dedicato alla storia contemporanea della Repubblica promosso dall’assessorato alla Cultura, Pro loco e Bovolone Cultura. In questa serata lo storico-ricercatore Gabriele Licciardi indagherà un argomento complesso e delicato quale la trattativa Stato-Mafia.
La Repubblica italiana, le sue complessità, i suoi casi irrisolti saranno raccontati domani martedì 5 marzo alle 20.45 presso l’Auditorium Biblioteca Civica “Mario Donadoni” a Bovolone. Ingresso libero.
Sempre a proposito di illegalità e mafia, e di quanto avvenuto in Veneto e a Verona nelle ultime settimane, Lucciardi già un anno fa durante un convegno “La Mafia non si vede perché ha le sembianze della legalità” affrontava la tematica delle mafie sul territorio veneto ragionando sulle possibili prospettive, sulle reciproche responsabilità e sugli aspetti culturali. «Noi non possiamo capire che cos’è la mafia se non guardiamo anche il suo speculare, l’antimafia» e partendo da questo ragionamento, analizzando il caso Veneto prosegue: «la cultura anti mafiosa se c’è è particolarmente giovane e poco sviluppata, per questo la coscienza di un pericolo mafioso nel Nord-Est è un’esigenza avvertita da un’esigua parte della società civile e del ceto dirigente».
Alla domanda sul perché determinate organizzazioni di stampo mafioso arrivino nei nostri territori, Licciardi rispondeva sostenendo che «le attività illegali attecchiscono facilmente su un territorio nel quale è elevata la richiesta di servizi illegali. Il rapido cambiamento sociopolitico ed economico in Veneto, esploso negli ani 70, non va di pari passo con lo sviluppo delle norme etiche e dei valori condivisi, capaci di indirizzare lo sviluppo economico e il conseguente arricchimento della collettività». L’incontro tra le mafie nel territorio veneto, concludeva il ricercatore «avviene all’interno del mercato legale secondo le dinamiche dell’agire economico».
Foto: la locandina dell’evento, a destra nel riquadro lo storico-ricercatore Gabriele Licciardi.